IN 12 ORE 1,2 MILIONI DI INGLESI FIRMA: “NIENTE VISITA DI STATO DI TRUMP A LONDRA”
E IL BOICOTTAGGIO DEI MESSICANI PORREBBE FINE ALLO SHOPPING OLTRE FRONTIERA CON DANNI MILIARDARI AI COMMERCIANTI DEL SUD
La petizione, intitolata “Impedire a Donald Trump di fare una visita di Stato nel Regno Unito”, recita che al presidente americano “dovrebbe essere permesso di entrare nel Regno Unito in qualità di capo del governo degli Stati Uniti, ma non dovrebbe essere invitato a fare una visita di Stato ufficiale perchè “la sua ben documentata misoginia e volgarità metterebbero in imbarazzo la Regina nel caso dovesse riceverlo”. Finora le firme raccolte sono oltre 1,2 milioni, un numero straordinario per le abitudini inglesi
Come legge vuole, ogni petizione che supera le 100.000 firme verrà dibattuta in Parlamento.
I piani della visita di Stato sono stati annunciati in occasione della recente visita di May alla Casa Bianca
Il primo ministro si trova in mano una patata bollente: da una parte in ballo i futuri rapporti, soprattutto commerciali, tra Inghilterra e Stati Uniti, dall’altra i rapporti interni che il Governo inglese ha con quel milione e oltre di firmatari che rappresentano una fetta consistenza dell’intera popolazione, circa 65 milioni di persone.
“Boycott Donald J. Trump”.
Non sono più solo gli avversari politici, anche interni al Partito Repubblicano, le organizzazioni femministe o le comunità musulmane a rifiutare le scelte politiche della nuova amministrazione americana.
Dopo le marce di protesta e gli scontri post-elettorali, dopo i numerosi rifiuti degli artisti statunitensi e internazionali di esibirsi durante la cerimonia d’insediamento del nuovo inquilino della Casa Bianca e dopo le denunce di intellettuali e mondo del cinema, da Robert De Niro a Meryl Streep, le iniziative dell’esercito dei No-Trump continuano a nascere.
Alidoosti, star del cinema iraniano e protagonista de Il Cliente di Asghar Farhadi, candidato all’Oscar come miglior film straniero, ha annunciato che non sarà presente per protesta alla cerimonia di premiazione. “Il blocco dei visti per gli iraniani voluto da Trump è razzista. Che si riferisca o meno a un evento culturale, per protesta non parteciperò agli Academy Awards 2017”, ha annunciato con un tweet.
Messico, “Coca Cola, Starbucks e Kfc addio. Boicot a Estados Unidos”
Non solo il mondo musulmano, però. Anche oltre il confine meridionale degli States si è scatenata, soprattutto sui social, una vera e propria “guerra a Trump”.
La grande partecipazione registrata rischia di creare dei problemi alle multinazionali americane che investono in Messico. Da #AdiosCocaCola fino a #AdiosKentucky e #AdiosStarbucks, su Twitter e Facebook è partita la campagna messicana di boicottaggio dei prodotti made in Usa.
A rischio anche il cosiddetto shopping oltrefrontiera messicano, ovvero l’abitudine della classe media di passare il confine per fare acquisti negli Stati a stelle e strisce. Una pratica che, se abbandonata, potrebbe costare agli Usa miliardi di dollari all’anno. Per questo, se il boicottaggio dovesse effettivamente nascere e crescere, creerebbe non pochi problemi al nuovo presidente, con i commercianti degli Stati del sud e multinazionali potentissime come McDonald’s, Burger King e Walmart pronte a bussare alla porta della Casa Bianca.
(da agenzie)
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