IN ITALIA NON SI CRESCE IN ALTEZZA DA 35 ANNI E I BAMBINI DI CITTA’ SONO PIU’ BASSI: RAGGIUNTO IL “TARGET GENETICO”?
ANCHE MANGIARE CIBO SPAZZATURA INFLUISCE NEGATIVAMENTE
L’altezza raggiunta dalle nuove generazioni è un indice piuttosto affidabile dello stato nutrizionale e del benessere di un bambino, che deriva a sua volta dalle possibilità offerte dal Paese in cui vive (oltre che dalla storia personale). Una recente ricerca, pubblicata l’anno scorso sulla rivista scientifica Nature, mostra che negli ultimi tre decenni la differenza di statura tra adolescenti e bambini vissuti in campagna o in aree urbane si è ridotta e, nel caso dei Paesi più sviluppati, quasi sfumata. Precedentemente erano più alti i bambini cittadini.
Lo svantaggio di chi vive in città
L’alimentazione, la situazione socioeconomica o l’accesso ai servizi socio-sanitari, oltre alla genetica, sono fattori determinanti per lo sviluppo e la crescita. Lo studio di Nature ha monitorato i dati provenienti da 194 Paesi tra il 1990 e il 2020 di bambini e adolescenti di età compresa tra 5 e 19 anni sulla base della zona di residenza.
Nel 1990, i bambini e gli adolescenti che risiedevano nelle città erano più alti dei loro omologhi rurali in tutti gli Stati tranne che in alcuni Paesi ad alto reddito.
Entro il 2020, il vantaggio dell’altezza urbana è diminuito nella maggior parte dei luoghi e in molti Paesi occidentali ad alto reddito si è trasformato in un piccolo svantaggio urbano. Gli autori dello studio sostengono che, mentre la città un tempo offriva maggiori possibilità di crescita da ogni punto di vista (istruzione, servizi sanitari, fattori economici, disponibilità alimentare), attualmente l’ambiente urbano è svantaggiato perché concentra in sé maggiori rischi di povertà, esclusione sociale e, di conseguenza, una peggiore alimentazione. Al di là della differenza tra campagna e città, è interessante notare quale sia il dato italiano registrato dallo studio e riflettere su quali sono i fattori che determinano l’altezza di un individuo.
Statura stabile in Italia da 35 anni
Estrapolando quindi i dati della ricerca di Nature per il nostro Paese si nota come dal 1985 al 2020 l’altezza media di bambini e adolescenti sia sostanzialmente stabile (si veda la figura sotto, in cui non è evidenziata la differenza tra aree di residenza, ndr). «Questo succede perché probabilmente noi italiani stiamo raggiungendo il target genetico e quindi più di un tot non possiamo salire — spiega Ilaria Lazzareschi, pediatra dell’UOC Pediatria Del Dipartimento della Salute della donna e del bambino dell’IRCCS Policlinico Gemelli di Roma —. Dagli inizi del 1900 agli anni ‘80 i ragazzi mediamente erano aumentati di circa 10-12 cm. Probabilmente le migliorate condizioni sociali ci stanno facendo raggiungere il target genetico».
Secondo le statistiche degli Ncd Risk Factor Collaboration (una rete internazionale di 800 ricercatori che collabora con l’Organizzazione mondiale della sanità) l’altezza media italiana di un uomo nel 2016 era di 177,8 centimetri, mentre quella delle donne di 164,6 cm. Nelle serie storiche dell’Istat nel 1915 la statura media era di 166,19 centimetri, mentre nel 1980 era di 174,58 centimetri. L’Italia nel 2016 era al 29mo posto (su 179 Paesi) per l’altezza dell’uomo e al 32mo per quella della donna.
Che cos’è il «target genetico» rispetto alla statura?
«È la possibilità di crescita che abbiamo in base alla genetica dei nostri genitori: i figli di genitori alti hanno più possibilità di essere alti e i figli di genitori bassi hanno meno probabilità di essere alti — chiarisce la specialista —. Questo patrimonio genetico si può realizzare appieno solo se tutti gli altri elementi sono favorevoli: nutrizione, benessere psicosociale, ormoni, farmaci (si veda spiegazione sotto, ndr). Poi il “target” dipende anche dalla popolazione – aggiunge Lazzareschi —: in Italia adesso abbiamo un’influenza di tante altre etnie. Al Gemelli vediamo tanti bambini che hanno un genitore asiatico o dell’est europeo. Tra qualche anno potrebbe cambiare l’andamento di statura che osserviamo. Proprio il concorso di tanti elementi rende difficile fare previsioni esatte sulla futura altezza di un bambino (si veda QUI il calcolo delle probabilità di statura su base genetica, escluso quindi i fattori di cui si parla nel seguito dell’articolo, ndr)».
Anche quando i genitori sono molto alti o bassi?
«C’è un’altezza che non supereremo mai perché dipende dal nostro patrimonio genetico, ma non è detto che non sia maggiore di quella dei nostri genitori, dato che raggiungere il massimo dipende dalle condizioni di vita. Allora non sappiamo se i nostri genitori hanno sviluppato tutte le potenzialità – dice la dottoressa —: un padre alto 1,70, che però è stato malato da bambino, avrebbe potuto arrivare a 1,80. Allora il figlio contro ogni previsione potrebbe arrivare a 1,80 o più e così via, anche verso il basso».
Quali sono gli altri fattori che determinano l’altezza?
«Di quello genetico abbiamo detto. Poi c’è l’alimentazione nei primi anni di vita – continua l’esperta —: una carenza o un male assorbimento interferiscono fino a che l’altezza non è definitiva, cioè dopo lo sviluppo puberale, quando si sono saldate le cartilagini di accrescimento (mediamente dai 16 ai 20 anni)».
Mangiare male, quindi, può influire anche sulla crescita?
«Sì, intanto nel primo anno di vita l’alimento migliore è il latte materno, in seguito mangiare male (cibi ricchi di grassi e di zucchero, il classico “cibo spazzatura”) porta a un aumento del peso che è indirettamente proporzionale alla crescita in statura. I grassi presenti in alcuni alimenti, infatti, stimolano maggiormente la produzione ormonale – dice Lazzareschi — e se intervengono gli ormoni sessuali prima del tempo, si saldano prima le cartilagini di accrescimento, quindi, i ragazzi sovrappeso potrebbero essere più bassi».
Ci sono altri elementi, ha parlato di malattia?
«Certo e sono più “personali”: l’uso dei farmaci, che in alcuni casi possono interferire con l’altezza, fattori ormonali (ad esempio l’ipotiroidismo) derivanti da patologie. Anche il fattore stress è una delle cause di scarso accrescimento. Nei bambini che subiscono ansia, abusi, o maltrattamenti lo osserviamo. Anche in senso contrario: qui al Gemelli – racconta la dottoressa – abbiamo riscontrato come tutti i bambini adottati da qualunque parte del mondo, quando arrivano in Italia e trovano una situazione stabile, hanno inizialmente uno scatto di crescita “fuori parametro”. Anche la deprivazione di sonno danneggia e non favorisce l’ormone della crescita», conclude l’esperta.
Tornando allo studio da cui siamo partiti, pare che nell’ultimo decennio la situazione delle città non sia tanto favorevole per una crescita equilibrata, cosa ne pensa?
«Le città sono state per decenni uno stimolo al benessere. I ragazzi cittadini 50-60 anni fa hanno mangiato meglio, dormito meglio e patito meno i cambiamenti stagionali (ammalandosi meno) dei loro coetanei in campagna. In Italia ora la differenza tra campagna e città nello stile di vita è quasi nulla, in compenso adesso chi vive in città ne subisce i sempre più intensi effetti “collaterali” come lo stress, il rumore, l’affollamento, l’inquinamento».
(da agenzie)
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