CONDANNATA A 12 ANNI DI CARCERE IN RUSSIA PER UNA DONAZIONE DI 52 DOLLARI PER L’UCRAINA
LA CITTADINA CON PASSAPORTO RUSSO E AMERICANO, VIVEVA A LOS ANGELES, ERA RIENTRATA IN RUSSIA PER FAR VISITA ALLA FAMIGLIA ED E’ STATA ARRESTATA
Una cittadina con doppia nazionalità, russa e statunitense, è stata condannata dal tribunale di Ekaterinenburg, in Russia, a 12 anni di carcere per «tradimento».
Ksenia Karelina, 32 anni, è stata riconosciuta colpevole di aver fatto una donazione di 51,80 dollari a una fondazione caritatevole pro Ucraina.
Karelina dovrà ora scontare la condanna in una penitenziario sempre a Ekaterinenburg, la città nella regione degli Urali dove l’indomani della Rivoluzione di ottobre furono fucilati lo zar e la sua famiglia.
La donna era stata arrestata a febbraio: secondo i media russi, nel corso del processo (celebrato a porte chiuse) si sarebbe dichiarata colpevole. La pubblica accusa aveva sollecitato una condanna a 15 anni di reclusione.
La donna, di professione ballerina, aveva ottenuto la cittadinanza Usa nel 2021dopo aver sposato un cittadino americano; viveva abitualmente a Los Angeles (da dove sarebbe stata effettuata la donazione «incriminata» a favore dell’associazione «Razom», il giorno dopo l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Mosca) ed era tornata in Russia per far visita alla famiglia d’origine. Il servizio di sicurezza russo, l’Fsb, ha dichiarato che Karelina «aveva raccolto in modo proattivo denaro nell’interesse di una delle organizzazioni ucraine, denaro poi utilizzato per acquistare forniture mediche tattiche, armi e munizioni per le forze armate di Kiev».
L’avvocato della donna, Mikhail Mushailov, ha detto che la sua assistita ha ammesso di aver effettuato la donazione, specificando però di essere stata convinta che i fondi avrebbero aiutato le vittime sia russe, sia ucraine. Mushailov ha detto anche che presenterà appello.
Razom, una organizzazione umanitaria fondata negli Stati Uniti, ha negaton con forza di aver mai raccolto denaro per armi o munizioni.
La condanna della cittadina russo-americana – avvenuta nello stesso tribunale, e decisa dallo stesso giudice, della sentenza contro Evan Gershkovich, il reporter del Wall Street Journal rilasciato pochi giorni fa nel corso di uno scambio di prigionieri con la Russia – dirischiano di aprire un nuovo caso diplomatico tra Washington e Mosca. «La condanna è una crudeltà vendicativa» ha dichiarato il portavoce per la sicurezza nazionale americana. «Stiamo parlando di 50 dollari, una cifra ridicola» ha aggiunto.
Il fidanzato di Karelina, l’ex pugile Chris van Heerden, ha detto di essere furibondo con il Dipartimento di Stato americano per non aver riportato a casa la donna nell’ambito dello scambio di prigionieri di due settimane fa.
Dall’inizio della guerra contro l’Ucraina, le autorità russe hanno aperto oltre mille procedimenti contro dissidenti; lo scorso anno, il presidente russo Vladimir Putin ha varato un decreto che aumenta a 20 anni la pena detentiva per chi viene trovato colpevole di tradimento.
(da agenzie)
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