INFLUENCER USA BOCCIANO SU INSTAGRAM LE CINQUE TERRE: “TROPPI TURISTI, UNO DEI CINQUE POSTI AL MONDO DA EVITARE”
L’OVERTOURISM SEMBRA GENERARE L’INIZIO DI UN EFFETTO BOOMERANG SUI BORGHI UNESCO
Prima o poi doveva capitare. Dopo milioni di selfie, reel e video postati su Instagram per celebrarne la bellezza, per le Cinque Terre arrivano le prime bocciature, tra l’altro proprio in contemporanea con l’affollata – dai politici – cerimonia per la riapertura della Via dell’Amore. La colpa, evidentemente, non è dovuta ad un calo di fascino dei paesini in bilico sulle alte scogliere o le ripidissime colline su cui si inerpicano gli escursionisti o gli intrepidi viticoltori.
La responsabilità della stroncatura è l’overtourism, fenomeno che proprio su Repubblica lo scrittore Maurizio Maggiani aveva indicato come “nemesi” per l’avidità dei residenti.
Overtourism, troppi turisti, in altre parole, l’ammasso, la folla, la calca dei turisti che invadono luoghi costruiti, in questo caso, per poche persone.
Thedorcys sono una coppia di influencer specializzati in viaggi. Alle Cinque Terre hanno dedicato due video poco lusinghieri. Il primo a settembre 2023 e il secondo pochi giorni fa. I paesini protetti dall’Unesco si sono guadagnati il marchio di “Posto in Italia in cui non vorrei mai tornare” o anche “Uno dei cinque posti nel mondo che non vorrei mai più visitare”.
Il video che accompagna è eloquente: turisti ammassati nei sentieri, nei vicoli dei borghi, sulle spianate o agli imbarcadero.
Ecco il testo che accompagna il video:
«Per prima cosa, lasciatemi dire che avevo salvato questo posto su Pinterest per almeno 10 anni prima che lo visitassimo… Sì, è bellissimo. Ma la folla alla fine di settembre… e non vorrei vedere com’è in alta stagione. Oltre ad essere troppo affollato, il cibo era davvero deludente.Vale la pena visitarlo? Forse. Ma per noi, questo è un posto che abbiamo spuntato dalla lista dei desideri e che non visiteremo nuovamente. Ci sono invece tanti altri angoli d’Italia che ci piacerebbe esplorare».
Il rischio è che inizi una fase boomerang per le Cinque Terre. E’ chiaro che non basterà un post con 15 mila like (non pochi) e visualizzato però da milioni di persone, ma non è un atteggiamento isolato e come sa bene chi studia i fenomeni di massa, se dovesse a diffondersi il pregiudizio in una cerchia di soggetti in grado di influenzare il comparto turistico, specie quello più attento ad ambiente e sostenibilità, allora potrebbe davvero essere un problema per le Cinque Terre.
Nei borghi si inizia a discutere di numero chiuso e sono scattate le prime contromisure con l’accesso limitato ai sentieri e una programmazione più attenta con le ferrovie. Ma il tema dei crocieristi e dei gruppi organizzati o dello sbarco dai traghetti non è certo risolto e i numeri restano altissimi e sempre meno sostenibili sia dal territori che dalla popolazione, in realtà ormai scarsissima, dei residenti, quei pochi che non hanno trasformato la propria abitazione in un b&b.
D’altra parte sono sempre più numerosi in tutto il mondo i segni di insofferenza rispetto alle invasioni estive di turisti. Le Canarie, poi Barcellona con le pistole ad acqua puntate contro i turisti sulle ramblas, e pochi gironi fa la “serrata” dell’isola di Santorini in Grecia che ha deciso di imporre un limite allo sbarco indiscriminato di decine di migliaia di crocieristi che si riversano in un paese oramai divenuto un posto da selfie e non da visitare. Esattamente quanto sta accadendo anche alle Cinque Terre.
(da Open)
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