INTERVENTI EDILIZI NEI CENTRI STORICI, LA DENUNCIA DEI VERDI: “SALVINI E DI MAIO FANNO PEGGIO DI BERLUSCONI”
PROTESTE ANCHE PER L’ASSURDO RADDOPPIO DELL’IRES AGLI ENTI DI BENEFICIENZA: DAL 12% AL 24%, GRILLINI E LEGHISTI NON AMANO CHI FA QUALCOSA PER IL PROSSIMO
Dopo i produttori di auto per l’ecotassa, i sindacati del pubblico impiego e il presidente dell’Inps, Tito Boeri, per il congelamento delle assunzioni nella Pa, gli Ncc, la Manovra crea altro malcontento, legato ad un emendamento dei relatori depositato al Senato: la modifica si è già guadagnata l’appellativo di ‘sfascia cenri-storici’.
“M5S e la Lega hanno deciso di sfasciare e vendere alla speculazione edilizia i centri storici delle nostre città . Lo prevede la norma 223-decies del maxiemendamento del governo alla Manovra presentato dai relatori al Senato per consentire un’entrata, secondo il ministro Tria, pari a 3 miliardi di euro”, denunciano Angelo Bonelli, Sauro Turroni e Claudia Mannino.
“L’emendamento modifica con una ‘interpretazione'”, spiegano, la legge con la quale il governo Berlusconi “cercò di cartolarizzare immobili pubblici dello Stato delle Regioni, di province e Comuni nonchè delle Ferrovie e di altri enti con l’obiettivo di fare cassa”.
Con questa norma – osservano gli ecologisti – “si potrà demolire e ricostruire, con buona pace della conservazione dell’antico tessuto edilizio e della stessa identità dei luoghi, e si consentirà ogni cambio destinazione d’uso possibile. E’ un via libera alla manomissione delle città . In questo modo si potranno realizzare, anche nei centri storici delle nostre città , negli immobili pubblici centri commerciali, nuove residenze, demolizione e ricostruzione di immobili di pregio storico come accaduto nel quartiere Coppedè a Roma. E’ speculazione edilizia fatta per legge”.
Secondo Bonelli “Berlusconi, confrontandolo con Salvini e Di Maio, possiamo dire che è diventato il maestro superato dai suoi allievi”.
La Cei si scaglia invece contro l’aggravio dell’Ires contenuto in manovra per gli enti no profit.
“Vogliamo sperare che la volontà di realizzare alcuni obiettivi del programma di governo non venga attuata con conseguenze che vanno a colpire fasce deboli della popolazione e settori strategici a cui è legata la stessa crescita economica, culturale e scientifica. Se davvero il parlamento procedesse con la cancellazione delle agevolazioni fiscali agli enti non commerciali, verrebbero penalizzate fortemente tutte le attività di volontariato, di assistenza sociale, di presenza nell’ambito della ricerca, dell’istruzione e anche del mondo socio-sanitario”. Lo dichiara Stefano Russo, segretario generale della Cei.
(da agenzie)
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