INTERVISTA A BELSITO: “COLPA MIA? HO LASCIATO MILIONI ALLA LEGA, SE LI SONO SPESI”
SUL CASO DEI CONTI BLOCCATI: “AVEVO RAPPORTI ANCHE CON SALVINI, PARLERO’ A TEMPO DEBITO”
Da quando vive difendendosi dai processi, dice, «sembra che facciano tutti a gara a non avermi mai conosciuto».
Eppure, assicura Francesco Belsito, «avevo rapporti con tutti i maggiori dirigenti del Carroccio quando ero tesoriere, anche quelli che fanno finta di non avermi mai incontrato . Certo, anche con Matteo Salvini».
Belsito, ha sentito che pandemonio?
«No, cosa è successo?».
Stanno sequestrando quasi 50 milioni di euro alla Lega Nord, i fondi secondo i magistrati ottenuti illegalmente durante la sua gestione.
«Per quanto mi riguarda, non posso che ribadire quanto ho affermato durante i processi, anche se non sempre è stato riportato tutto correttamente, quantomeno la mia versione: nella mia gestione non ho intascato un euro, il mio ruolo era di distribuire fondi per conto del partito».
L’accusano di essere l’uomo che ha creato la voragine nei conti della Lega.
«Ma questo è falso. E c’è una controprova: io ho lasciato i conti in attivo. Nella contabilità due più due deve fare quattro. Posso dimostrare di aver lasciato io conti in attivo e che nei due anni successivi qualcuno i soldi li ha spesi. Ma questo non è più affar mio…».
Tutto nacque con quei 7 milioni finiti in Tanzania e con i famosi diamanti.
«Il mio ruolo di tesoriere comprendeva il compito di far fruttare i soldi della Lega Nord. Ho effettuato diversi tipi di investimenti, e sfido chiunque a dimostrare che non fossero redditizi. Tra questi c’erano anche diamanti e dell’oro, che in quel momento avevano un ottimo rendimento».
E le uscite dalle casse?
«Pagamenti dei collaboratori del partito, che io liquidavo con il denaro dei rimborsi, come aveva sempre fatto chi mi aveva preceduto».
Sembra che abbia parecchi sassolini da togliere dalla scarpa…
«Guardi, io adesso sto aspettando le motivazioni della sentenza che mi riguarda. Una volta capito perchè sono stato condannato, e dove le mie argomentazioni non sono state accolte dalla magistratura, allora potrò aver qualcosa da commentare. Parlerò, a tempo debito».
Per dire cosa?
«Il popolo deve sapere che non ho preso un euro dei soldi dei nostri iscritti. Qui c’è qualcuno che ha voluto farmi passare per qualcosa che non sono».
(da “il Secolo XIX”)
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