INTERVISTA A GIULIANO FERRARA: “TIFO NAZARENO, E’ POLITICA STILE CRAXI”
ADDIO AL FOGLIO DOPO 19 ANNI: “CHE FARO’? RESTO NEL BRANCO, AI MARGINI DELLA FORESTA”
Ferrara, addio al Foglio dopo 19 anni “Tifo Nazareno, è politica stile Craxi”
Da oggi Il Foglio è firmato dal giovane collega Claudio Cerasa.
Da oggi Giuliano Ferrara è un ex direttore che rassicura i lettori orfani: «L’elefantino resta nel branco sia pur ai confini della foresta».
E’ di buon umore, difficile immaginarlo pensionato. Ha fatto le ore piccole per una festa di congedo, pretende di essere creduto quando dice: «A 63 anni bisogna imparare a morire. L’età conta e io non sono uno che ama la fitness».
Ferrara, cosa fa un Elefantino ai bordi della foresta?
«Prende le distanze dalla vita affollata e dai suoi ritmi tremendi, si riappropria dello spazio personale. Il Foglio è forse la cosa più bella che ho fatto nella mia vita ma è giusto dargli una prospettiva. A Natale ho avuto l’intuizione. Ho capito che questo era il momento di lasciare. Cerasa non ne sapeva niente, è quasi svenuto. E’ bravo, giovane, sexy. Non aveva senso perdere altro tempo».
Poi lei non sparisce vero?
«Assolutamente no. Sarò sempre un fervente tifoso del giornale. Mi sono trasferito in un ufficietto provvisorio. Ieri (oggi, ndr) ho portato a passeggio le mie canine, e poi, dopo la riunione di redazione, sono andato a leggermi il Wall Street Journal e il Financial Times. Articoli sui greci, posizioni opposte: andiamo a trattare o li meniamo…»
Arrivato al ventesimo e ultimo anno di direzione, lei dice: “Non mi pento di niente”, anzi, lo dichiara in francese: “Je ne regrette rien”. Mi dica un momento basso della sua direzione, ci sarà pure stato.
«Momento basso? Neanche uno, zero. So di darle un dispiacere ma tra i momenti alti, che sono stati tanti, metto la campagna sull’aborto»
Vincino la disegna da oggi in poi dimagrito. Sostiene che era la gestione de Il Foglio ad appesantirla. Qualche nuovo incarico in vista?
«Non mi preparo a nulla. Sono un sessantenne, glielo ho detto, ho soldi da parte, le mie canine, e ho un innato senso dell’uscita. Sono andato via dal Pci in piena carriera, ho rinunciato a La7 dopo la campagna sull’aborto, alla Rai, con i suoi funzionari impiccioni, e a Radio Londra… Sono sempre andato via al momento giusto».
Craxi, Berlusconi, adesso Renzi. Lei, in politica, ha bisogno di subire la fascinazione…
«Tre personalità accomunate mio modo di vedere le cose, estasiato e ironico. Non ho mai pensato che Craxi fosse Garibaldi, Berlusconi uno stinco di santo e Renzi uno esente da terribili difetti. Però mi piace la leadership che agisce, che incide, la spregiudicatezza, la menzogna swiftiana».
Ha sostituito Berlusconi con Renzi?
«Berlusconi è un vecchio amico. Vedo Renzi come il suo erede ».
Patto del Nazareno e inciucio si assomigliano?
«L’Italia si costruisce dal connubio tra Cavour e Rattazzi, il fascismo firma il Concordato, la Repubblica nasce sotto l’egida di Togliatti, c’è stato il compromesso storico, che ha dato anche i suoi frutti positivi, sconfiggendo il terrorismo. La politica è questo: patti, compromessi, spregiudicatezza nella cornice di una visione. Il Nazareno fa parte di tutto ciò»
Un nome secco per il futuro presidente della Repubblica.
«Mi rifiuto di giocare al borsino. Il nome non conta. Conta il metodo: il nuovo capo dello Stato sarà scelto dal capo della maggioranza d’intesa con il principale esponente dell’opposizione ».
L’opposizione dentro il Pd rimarrà così o si va verso una scissione?
«L’opposizione dentro il Pd non esiste, è sfilacciata, attraversata da interessi personali, da chiacchiere vagamente di sinistra. Alla prima prova seria, importante, sulla legge elettorale, è stata scavalcata dall’abilità di Renzi. Sono tutti figli di Bersani che ha collezionato sconfitte».
Lei l’ha proposto come presidente della Repubblica…
«Mi è simpatico. L’ho fatto per scherzo, era una chiacchiera divertente ».
La vittoria di Tsipras può influenzare il Pd di Renzi?
«Tsipras è il contrario di Renzi. Lui ha fatto un governo macho, Renzi un governo femmina. Lui si è legato ad una destra antisionista, Renzi, con il Patto del Nazareno, ad un mite democratico come Berlusconi. Tsipras è un comunista allegro e conservatore, vuole mantenere la Grecia così com’è. La sua vittoria è transitoria, mostrerà la corda».
Torniamo al Foglio. La famiglia Berlusconi si sta economicamente defilando.
«Sicuramente Il Foglio non è in cima ai loro pensieri e piano piano usciranno. L’elefantino, dai bordi della foresta, veglia sul giornale e sta già cercando nuovi investitori».
Alessandra Longo
(da “La Repubblica“)
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