INTERVISTA A MARIKA CASSIMATIS: “VOLEVANO UNA GARA FINTA, NON MI FERMO, CI SI VEDE IN TRIBUNALE”
“MI REPUTO UNA MILITANTE ORTODOSSA, CREDO NEL M5S”
«Poteva succedere a tutti, tranne che a uno». L’amarezza è nei dettagli.
La professoressa Marika Cassimatis è nella sua casa di Albaro, il quartiere borghese della città . Un tavolo, due tazzine di caffè.
Tanta voglia di chiamare le cose con il loro nome, frenata solo dalla timidezza congenita che coglie le persone travolte da fama e vicende di più grandi di loro.
Il metodo Genova era stato creato per far vincere Luca Pirondini, prescelto da Beppe Grillo e dalla sua proconsole Alice Salvatore.
Il superamento delle graticole, ovvero l’esame preventivo da parte dei militanti, e l’abbinamento con 28 aspiranti consiglieri comunali, erano prerequisiti che dovevano portare al candidato unico. Lo sapevano tutti.
L’unica a far finta di niente è stata lei, insegnante di geografia all’Istituto tecnico commerciale Rosselli, neofita della politica, fulminata sulla via di Beppe Grillo nell’ormai lontano 2012. «Che delusione. Credevo nella democrazia, e per questo mi ero messa in gioco. Evidentemente mi sbagliavo».
Che cos’ha fatto di male, professoressa?
«Me lo chiedo anch’io. Mi reputo una militante ortodossa, credo profondamente nei valori del Movimento. Pensavo di avere la carte in regola ma così non è. Ultimamente mi devo essere persa qualche passaggio».
Suvvia, non è bello cospirare con il nemico interno...
«Per carità . Mi accusano di avere avuto rapporti con Paolo Putti, il nostro ex candidato sindaco che di recente ha lasciato il Movimento».
Confessa?
«Beh, certo. È stato il portavoce di M5S Genova fino al febbraio 2017. Era difficile non averci a che fare. Per me e per chiunque altro».
Ma lei è una sua quinta colonna?
«Quando se ne è andato, non ha ceduto il posto di consigliere comunale a chi veniva dopo di lui. Una cosa che andava contro i miei principi. Ho contestato apertamente la sua scelta, anche su Facebook».
E di Pizzarotti che mi dice?
«Mi dichiaro colpevole. L’ho incontrato, è vero. Nel 2014, a una convention organizzata dal comune di Parma su ambiente e innovazione. In rete c’è anche il video. Mi sembra che all’epoca fosse ancora dei nostri, quindi era tutto legale. Finito con l’interrogatorio?».
Allora perchè l’hanno fatta fuori?
«Proviamo a capirlo insieme. Se c’era un ostacolo o un pregiudizio c’era tempo per valutarli insieme. Sono o no la stessa persona che venne candidata alle Europee del 2014 e alle Regionali del 2015?».
Le credo, sulla fiducia.
«Grazie. Se io sono quella di sempre, significa allora che sono cambiati i termini della competizione. Qualcuno ha introdotto il numero chiuso senza dirlo a nessuno. Infatti sono intervenuti solo a votazione conclusa».
Veniamo al dunque?
«Mi sembra una opzione valutabile quella che io abbia partecipato a una gara che prevedeva un solo vincitore, scelto in precedenza dai vertici nazionali e regionali di M5S».
Un noto musicista cittadino?
«Sulla notorietà ho qualche dubbio. Ma insomma, sì, Luca Pirondini. Per quello dico che la mia sorte poteva toccare a tutti, tranne che a lui».
Ha chiesto lumi ad Alice Salvatore, la plenipotenziaria ligure di M5S?
«Lei è la sponsor principale, e unica, del mio sostituto. Anzi, meglio che gli faccia lei la domanda. Con noi semplici militanti non parla».
Ma che bell’ambientino.
«La simpatia reciproca può anche non esserci. Quel che dovrebbe contare è il programma. Perchè M5S non è proprietà privata. Così mi è stato insegnato».
Si sente tradita?
«Con questa decisione hanno tradito M5S e i suoi principi, a cominciare da quello fondamentale della trasparenza. Per la prima volta hanno interrotto dall’alto un processo democratico. Non era mai successo prima. Uno spartiacque».
Colpa di chi?
«Qualcuno ha sbagliato. Non so se Beppe Grillo si è fatto mal consigliare. Comunque, questo errore rimarrà . E avrà un effetto boomerang».
Finisce qui?
«Con i 5 Stelle è finita, certo. Sono stata diffamata senza alcun riscontro. Ci vediamo in tribunale. Il mio attivismo continua. Vado avanti. Cercherò di dare voce a chi la sta perdendo, magari cominciando da queste amministrative».
M5S 2, la vendetta?
«Non dica così, che mi viene da piangere».
(da “il Corriere della Sera”)
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