INTERVISTA A ZANONATO: “E’ DIFFICILE EVITARE GLI AUMENTI DECISI QUANDO GOVERNAVA BERLUSCONI”
“ORA LA PALLA E’ A SACCOMANNI, SPERIAMO NEL MIRACOLO”
«Io sono abituato a dire la verità e penso anche che gli italiani vogliano sentirsi dire la verità . Dunque non è che non voglio bloccare l’aumento dell’Iva. Dico che è molto difficile trovare le coperture, visto il poco tempo a disposizione. Comunque Saccomanni è impegnato a farlo, e mi auguro davvero che ci riesca». Eccolo Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo, ex sindaco di Padova, bersaniano di ferro.
Il ministro meno amato dal versante Pdl della maggioranza.
Proprio per via dell’Iva.
Sa che lei dalle parti del Pdl viene considerato un ministro che lavora contro il governo di cui fa parte, sotto la regia occulta di Pier Luigi Bersani?
«Ho letto anch’io qualche ricostruzione di questo tipo. Glielo dico subito: è una cosa che non esiste. Io lavoro per il governo, per questo governo. Tutto nascerebbe dal fatto che nel mio staff ci sono le stesse persone che aveva Bersani. Veramente sarebbe più corretto dire che sono le stesse che aveva Passera».
Perchè si è scontrato con Maurizio Lupi del Pdl durante il Consiglio dei ministri di sabato?
«Non c’è stato alcuno scontro. C’è stata una discussione anche con altri ministri, pure della mia parte politica. E ho apprezzato il fatto che ci sia stata».
Su che cosa?
«Essenzialmente sul capitolo degli ecocombustibili. Inoltre, entro il 2013 scompariranno i sostegni ad alcuni produttori di energia assimilabile alla rinnovabili. Il Consiglio ha stabilito che il tutto accadrà con gradualità . È una modifica che ritengo abbia migliorato il provvedimento».
Considera possibile un ribaltone per un governo Pd con gli “scissionisti” del Movimento 5 Stelle?
«Questo governo deve riuscire ad andare avanti. Ci sono due mondi: da una parte il dibattito politico di fronte all’opinio-ne pubblica, dall’altra il clima – mi creda – positivo nel quale lavora il governo. Siamo una squadra ».
Eppure proprio lei è stato accusato di aver rotto l’unità con la sua uscita sull’Iva
«Ma cosa ho detto? È come quello che gioca al totocalcio: sarebbe felice di vincere e nello stesso tempo è preoccupato di non vincere. È una contraddizione? Io auspico che si possa bloccare l’aumento dell’Iva, introdotto dal governo Berlusconi in un momento di estrema gravità , ma sono, allo stesso tempo, preoccupato per le risorse».
L’abolirebbe l’Imu sulla prima casa?
«Fa parte dell’accordo con il Pdl. È un impegno che ha preso il governo. Io avrei anche un’idea per i capannoni industriali: sono un bene strumentale di lavoro sul quale non andrebbe applicata la tassa».
L’Imu è una bandiera del Pdl. La destra si è intestata anche la norma su Equitalia. Mi dice una “cosa di sinistra” nel “decreto del fare”?
«Mi scusi: fare in modo che i giovani trovino lavoro è di destra o di sinistra? Io penso di sinistra, ma chi è di destra potrebbe dire che appartiene anche a loro. Io penso che quella norma su Equitalia sia stata opportuna e positiva. Noi cerchiamo di prendere decisioni utili per il Paese, senza catalogare i provvedimenti tra destra e sinistra ».
Imprese e sindacati ritengono che per ridare fiato all’economia serva un taglio delle tasse sul lavoro. Lo farete?
«Sappiamo tutti che per ridare competitività alle nostre aziende andrebbe ridotto il cuneo fiscale. Ma non si può fare a “bocce ferme”, prima dobbiamo rimettere in moto gradualmente il meccanismo della crescita. Questo è l’obiettivo del decreto».
Qual è la misura più efficace da questo punto di vista?
«Sono diverse. Tra quelle di mia competenza penso al pacchetto energia con lo sconto di 550 milioni a favore di famiglie e imprese. E poi abbiamo deciso di dimezzare gli interessi sui mutui accesi dagli imprenditori che vogliono rinnovare i macchinari. È una norma contro la stretta del credito, al pari del potenziamento del fondo di garanzia, che consentirà a una platea molto più ampia di imprese di beneficiare della garanzia pubblica sui crediti bancari».
Intanto chiudono a raffica i piccoli negozi. Resteranno solo i centri commerciali? Cosa farete?
«Premesso che questa è una materia di competenza regionale, penso che debbano convivere i negozi di vicinato con i centri commerciali per rispondere a esigenze, anche sociali, di consumatori diversi. Apriremo un confronto con le Regioni con questo spirito».
Roberto Mania
(da “la Repubblica“)
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