INTERVISTA AL PROCURATORE DI AGRIGENTO FONZO: “OBBLIGATI ALL’ATTO, LA LEGGE SULL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA E’ INGIUSTA E INUTILE”
IGNAZIO FONZO AVEVA GIA’ SOLLEVATO IN PASSATO LA QUESTIONE DI COSTITUZIONALITA’
«Per la legge italiana appena i migranti mettono piede sul suolo italiano commettono reato di immigrazione clandestina. Sia chiaro a tutti che questa è una misura prevista dalla legge Bossi-Fini, noi dobbiamo applicarla. Come si suol dire, è un atto dovuto».
Parla così il procuratore aggiunto di Agrigento, Ignazio Fonzo, uno dei due magistrati che coordinano le indagini sulla recente tragedia avvenuta nel mare che bagna Lampedusa.
Fonzo aggiunge: «Per la legge italiana i migranti commettono il reato di immigrazione appena arrivano, salvo che poi venga loro riconosciuto lo status di rifugiati, venga concesso l’asilo politico, o comunque il processo venga definito con una sentenza di non luogo a procedere per la speciale tenuità del fatto. Appena arrivano noi dobbiamo indagarli. In passato abbiamo sollevato eccezioni di costituzionalità , ma la Corte le ha respinte. Ha ritenuto il reato compatibile con il nostro ordinamento»
Giuridicamente la genesi di tutto è la legge Bossi-Fini?
«La questione nella sua drammaticità è molto semplice, nel 2009 con uno dei tanti pacchetti sicurezza, per quello che riguardava il fenomeno dell’immigrazione clandestina, nel nostro ordinamento è stata introdotta una nuova fattispecie di reato, l’articolo dieci bis della legge Bossi-Fini, che punisce chi si introduce nel territorio dello Stato con una pena di euro 5000. Fu anche introdotta un’aggravante comune per altri delitti talora fossero stati commessi da clandestini. L’aggravante è stata cassata dalla Corte, il reato di immigrazione clandestina invece è rimasto nell’ordinamento».
Come potrebbe intervenire il legislatore?
«Il legislatore dovrebbe rendersi conto che il reato di immigrazione clandestina è del tutto inutile, sia sul piano preventivo che repressivo. Trattandosi di un reato che non serve nè dal punto di vista della prevenzione generale nè di quella speciale si potrebbe addivenire alla sua abrogazione».
Può spiegare ai lettori l’inutilità del reato?
«Sul piano repressivo è inutile perchè chi sta fuori e viene dall’estero non conosce la legge italiana e non viene informato del reato. Ma anche se ne fosse informato, che preoccupazione può avere una persona che fa una lunga traversata nel mare della sussistenza di un reato che viene punito con una pena pecuniaria di 5000 euro? Che mai sarà chiamato a pagare dal momento nel quale verrà espulso dall’Italia. Aggiungo, anche se vi sono state condanne passate in giudicato, nessuno ha mai pagato questa somma. Bisognerebbe eliminare questa fattispecie di reato che non ha alcun carattere pratico».
Vi sono state polemiche sui soccorsi in mare. Vi è qualche inchiesta in corso?
«Non vi è alcuna inchiesta, perchè non vi è alcuna denuncia. Vi sono state solo segnalazioni di privati che hanno raccontato fatti a cui avrebbero assistito. Ma si tratta di dichiarazioni alla stampa, alle televisioni, non vi è alcuna denuncia formale. Negli atti non risulta alcun elemento attendibile per verificare se vi siano stati omissioni o ritardi».
Come procedono le indagini?
«È indagato uno scafista di nazionalità tunisina. Sul barcone in cui vi erano tutti somali ed eritrei, vi era un soggetto di nazionalità tunisina, già in passato respinto e rimpatriato nel suo Paese dopo un tentativo di sbarco. Vi sono in corso indagini della polizia giudiziaria. Non posso aggiungere altro».
Quando le luci dei riflettori si spegneranno l’emergenza immigrati non si fermerà …
«Il punto è proprio questo. L’immane tragedia dell’altro giorno ha avuto giustamente un grande clamore, ma la vicenda immigrati va avanti da tempo. Se non vi fosse stata la drammatica conclusione di questo sbarco, purtroppo la vicenda avrebbe lasciato per lo più indifferente il 90% dell’opinione pubblica. È un problema all’ordine del giorno che va affrontato con costanza. Purtroppo in Italia ogni volta che vi è una problematica complessa, si pensa che la soluzione la debba trovare la magistratura. Poi però le soluzioni non piacciono all’uno o all’altro. Questa è un problema che va affrontato in ambito internazionali. Le organizzazioni del traffico di essere umani sono estere e vanno perseguite all’estero».
Salvo Fallica
Leave a Reply