ITALIA PENULTIMA IN EUROPA PER NUMERO DI TRENTENNI LAUREATI, PEGGIO DI NOI SOLO LA ROMANIA
ITALIA ULTIMA PER DURATA DELLE CAUSE CIVILI
L’Italia è penultima nell’Ue, dopo la Romania, per l’istruzione universitaria dei 30-34enni.
Nel 2018, secondo Eurostat, solo poco più di un italiano di età compresa tra i 30 e 34 anni su quattro, il 27,8%, aveva completato la propria istruzione terziaria (universitaria o equivalente): è la più bassa percentuale dell’Unione Europea dopo quella della Romania (24,6%).
Per contro, i Paesi europei più avanzati per questo indicatore della qualità del capitale umano sono Lituania (57,6%), Cipro (57,1%), Irlanda (56,3%), Lussemburgo (56,2%) e Svezia (52%).
Tuttavia l’Italia ha centrato il suo obiettivo fissato nell’ambito del programma Europa 2020, come pure l’Ue nel suo insieme: l’obiettivo dell’Unione era di avere almeno il 40% dei 30-34enni che avessero completato la propria educazione terziaria entro il 2020, e nel 2018 nell’Ue la percentuale è stata del 40,7%.
In tutti gli Stati Ue la quota di 30-34enni con istruzione terziaria è aumentata nel 2018 rispetto al 2002, e 16 Paesi, tra cui il nostro, hanno già raggiunto gli obiettivi al 2020 (per noi il target era il 26%, perchè partivamo da un livello più basso).
In tutti i Paesi Ue la quota è più alta per le donne che per gli uomini. Sono i maschi a tirare giù la media: in Italia è del 34% per le donne e del 21,7% per gli uomini. Nel nostro Paese la situazione è comunque molto migliorata rispetto al 2002, quando solo il 13,1% dei 30-34enni aveva completato l’istruzione terziaria.
L’Italia ha infine il 14,5% di ‘early leavers’, cioè i 18-24enni con al massimo un’educazione secondaria inferiore che non sono impegnati in alcun programma di educazione o di formazione (la media Ue è del 10,6%); peggio dell’Italia fanno Spagna (17,9%), Malta (17,5%) e Romania (16,4%).
L’Italia è lo Stato membro dell’Unione Europea con i tempi più lunghi per risolvere le cause civili e commerciali davanti ai tribunali, secondo l’ultimo “Scoreboard” sulla giustizia pubblicato oggi dalla Commissione europea.
La durata dei processi civili e commerciali in primo grado in Italia è passata da 514 giorni nel 2016 a 548 giorni nel 2017. Nello stesso anno, la durata media dei processi nelle cause civili e commerciali fino al terzo grado di giudizio in Italia è stato di 1.299 giorni, più del doppio rispetto alla Spagna, che con 604 giorni nel 2017 è stato il secondo peggiore paese dell’Ue.
L’Italia ha risultati migliori nella giustizia amministrativa, con una riduzione da 925 a 887 giorni della durata dei processi di primo grado tra il 2016 e il 2017, superando così Portogallo, Malta e Cipro.
Inoltre – ha detto Jourova – “il numero dei giudici rimane uno dei più bassi tra gli Stati membri”. La Commissione, al contempo, ha registrato un miglioramento della percezione dell’indipendenza della giustizia nell’opinione pubblica italiana, ha spiegato Jourova.
(da agenzie)
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