KAROL, IL BEATO DELLA GENTE DEL POPOLO
UN UOMO CHE HA SAPUTO IMPERSONIFICARE LA COERENZA, LA DIGNITA’, IL CORAGGIO, LA FEDE, LA SOFFERENZA, L’AMORE PER I GIOVANI, LA SPERANZA NEL FUTURO, LA VICINANZA AI PIU’ POVERI E AI PIU’ UMILI…UN ESEMPIO DA NON DIMENTICARE
Karol Wojtyla è beato.
Ad appena sei anni dalla morte è già sugli altari, per volontà del successore, che lo ha conosciuto da vicino, ha collaborato con lui e ha voluto prendere sul serio quel movimento popolare così evidente al momento delle morte, quella fama di santità diffusa che da sempre la Chiesa cattolica considera elemento fondamentale per l’avvio di una causa di beatificazione.
Quello di Giovanni Paolo II è stato un pontificato straordinario, sotto tutti i punti di vista, a partire dalla durata.
Nei ventisette anni di regno di Wojtyla — il primo Papa slavo, il Papa che veniva «da un Paese lontano» al di là della Cortina di ferro — il mondo è cambiato: il comunismo sovietico è imploso, il Muro di Berlino è caduto.
Ma l’umanità ha continuato a conoscere guerre, violazioni dei diritti umani, terrorismo.
Giovanni Paolo II ha difeso la libertà religiosa, la dignità dell’uomo, la pace. Ha tuonato contro i regimi totalitari dell’Est ma non ha fatto sconti al capitalismo selvaggio nell’era della globalizzazione.
Si è speso fino in fondo per far capire che non si può strumentalizzare il nome di Dio per giustificare l’odio.
Negli anni di pontificato wojtyliano è cambiata anche la Chiesa, che ha ricevuto dal Papa cresciuto nel granitico cattolicesimo polacco un’iniezione di speranza e la consapevolezza che i cristiani devono riscoprire il loro compito nella società secolarizzata.
Ma a essere beatificato oggi non è il pontificato di Giovanni Paolo II, non è il suo magistero, non sono le sue scelte di governo nè le sue strategie geopolitiche.
A essere beatificato oggi è il cristiano Karol Wojtyla, un uomo che viveva immerso in Dio e per questo sapeva essere pienamente immerso nel mondo.
Un uomo che ha saputo impersonificare la coerenza, la dignità , il coraggio, la fede, la sofferenza, l’amore per i giovani, la speranza nel futuro, la vicinanza ai più poveri e ai più umili.
Un esempio da non dimenticare.
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