LA CAMPAGNA DEGLI IMBARAZZI: LA FREDDEZZA DI RENZI VERSO DE LUCA
E UN BERLUSCONI INGOMBRANTE PER UN CALDORO CHE NE AVREBBE FATTO A MENO
Parte dalla Campania l’ultimo miglio della campagna elettorale meno sentita (almeno per ora) degli ultimi anni.
E parte, nella patria della commedia napoletana, con un singolare gioco delle parti. Perchè c’è un motivo se Renzi, alla fine, ha deciso di andare venerdì (22 maggio) a Salerno, patria di De Luca.
E c’entra poco con la voglia di mettere la faccia accanto al candidato delle liste zeppe di “impresentabili”. Voglia che non c’è affatto.
C’entra piuttosto il tour campano di Silvio Berlusconi, che sarà nello stesso giorno alla Mostra d’Oltremare e il giorno dopo incontrerà gli amministratori di Salerno e Caserta.
A quel punto il premier non poteva più sottrarsi: “Finchè Caldoro — dice un parlamentare – Caldoro ha tenuto distante Berlusconi, Renzi è stato alla larga. Ma ora si sarebbe creato un caso. Non poteva dire di no di fronte all’insistenza di De Luca”.
Da fonti vicine a Caldoro trapela che la presenza dell’ex premier, in questa fase in cui non aggiunge nulla in termini di consenso, è stata subita.
Imposta più dalla Pascale che da Caldoro.
Perchè, per il governatore uscente, la non belligeranza con Renzi conta più del sostegno di Berlusconi.
A ben vedere, proprio dal premier sono arrivati importanti assist a Caldoro negli ultimi giorni.
Mentre l’immagine di De Luca incrinata dalla questione degli impresentabili, che denotano una scarsa serietà nella gestione delle liste, Renzi dichiarò: “Caldoro è una persona seria e collaborativa, non parlerei mai male di lui”.
Successivamente, dopo giorni in cui De Luca ha accusato il suo competitor di aver portato la Campania sull’orlo del baratro, da palazzo Chigi è arrivato un altro endorsement: “La Campania è tra le cinque regioni italiane che non hanno aumentate le tasse”.
Una fonte molto informata del Renzi-pensiero dice: “Matteo si è tenuto equidistante, ma in fondo un 5 a 2 con la vittoria di Caldoro non gli dispiace affatto. De Luca è incontrollabile, porta si porta dietro la grana della Severino e liste discutibili. Stefano in prospettiva è perfetto nel Partito della Nazione”.
Già , in prospettiva. E forse non è un caso che uno degli amici più stretti di Caldoro, il socialista Lucio Barani è all’opera — insieme a Denis Verdini — per mettere su, il minuto dopo le regionali, un gruppo di sostengo a Renzi, al Senato.
Nell’ottica appunto del Partito della Nazione.
E a ben vedere lo schema del gioco di sponda tra Renzi e Caldoro non è saltato neanche dopo che Berlusconi ha deciso di calare su Napoli e Renzi si è trovato costretto ad andare a Salerno.
Basta vedere il tenore della visita del premier, all’insegna del minimo sindacale.
La visita salernitana del premier appare come un omaggio al buon amministratore, ma manca del tutto il pathos politico: una visita all’impianto di compostaggio, l’asilo di via Monti Ungheresi nel quartiere di Pastena, poi incontro politico, quello saltato sabato scorso alla Stazione Marittina a Napoli, poi l’incontro nel nuovo porto turistico di Marina di Arechi con i candidati del Pd.
Insomma, non proprio un comizio in piazza Plebiscito con a fianco il proprio candidato. E non è un caso che, al netto dell’insistenza di De Luca, dalle parti di palazzo Chigi al momento si esclude un ritorno a Napoli per il gran finale.
E non è un caso nemmeno che, all’inaugurazione sabato della metro di Napoli, andrà il ministro Delrio e non il premier.
La filosofia di Renzi sulla Campania è “più del necessario, niente”.
Non poteva sottrarsi, dopo la visita di Berlusconi, ma da qui a crederci davvero ce ne passa: “Matteo — prosegue la fonte — si è messo in una posizione win win. Se vince De Luca, ha vinto anche lui e il Pd. Se perde ha perso de Luca ed è pronto a flirtare con Caldoro nell’ambito del partito della Nazione”.
È più di una suggestione perchè anche il governatore uscente si sente molto lontano dal suo mondo, nel senso che è più in sintonia con Alfano, il suo vero interlocutore a Roma, che con le ultime raffiche della Salò berlusconiana come Alessandra Mussolini.
E in fondo anche con Berlusconi, la cui visita magari darà un po’ di motivazione ai vecchi militanti e alla base. Ma, anche in questo caso, per Caldoro vale la filosofia renziana: “Più del necessario, niente”.
Perchè, più del necessario, rischia di compromettere la commedia delle parti col premier. E magari, come sussurrano i maligni, anche il gioco del voto disgiunto.
Di chi voterà Pd come lista e Caldoro come governatore.
(da “Huffingtonpost”)
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