LA CATTURA TAROCCATA DELL’IMPROBABILE CALIFFO DELL’ISIS: COME SIAMO CADUTI IN BASSO…
LA CATTURA IN REALTA’ E’ AVVENUTA UN ANNO FA E AD OPERA DELLE FORZE CURDE-SIRIANE
Signore e signori, benvenuti alla “saga della bufala”, seconda parte: quella di chi ha arrestato il candidato a “califfo”.
Sarebbero state le Forze democratiche siriane (Fds) a maggioranza curda e non l’esercito iracheno ad arrestare Abd Nasser Qardash, considerato come un possibile successore di Abu Bakr al-Baghdadi alla guida dello Stato Islamico (Isis).
Lo scrive su Twitter Rita Katz, direttrice di Site, affermando che ”le recenti notizie sull’arresto del comandante dell’Isis Abd Nasser Qardash sono, nella migliore delle ipotesi, fuorvianti. Le autorità irachene non hanno arrestato Qardash. Il suo arresto è avvenuto più di un anno fa da parte delle Fds nella battaglia di Baghuz Fawqani in Siria prima della morte di al-Baghdadi” a ottobre dello scorso anno.
La saga delle bufale
Capito? Dopo l’intervista a un capo di al-Shabaab morto sei anni fa, ecco il pretendente califfo dell’Isis arrestato un anno fa, neanche dall’esercito iracheno ma da una milizia siriana, a maggioranza curda… ”Quello che è successo nell’ultimo giorno è stata la consegna di Qardash al governo dell’Iraq da parte delle Fds. Le immagini di un uomo bendato e in tuta da prigioniero sono state poi diffuse dai media iracheni, con le autorità che hanno parlato di una grande vittoria contro l’Isis”, ha aggiunto Katz.
Una patacca esibita per dimostrare di essere utili nella lotta al terrorismo jihadista. Apriti cielo! Tutti i media nazionali che avevano sparato in mattina la notizia della cattura, nientepopodimenochè, dell’”erede di al-Baghdadi” dover rimettere mano ai pezzi per correggere la fake-patacca. Nota bene: media nazionali. E qui, signora mia, cadiamo proprio in basso, ma molto in basso.
Mercoledì sera molti siti di news e giornali italiani, tra cui Repubblica, il Corriere e la Stampa, hanno dato grande evidenza alla notizia della cattura o dell’arresto di uno dei principali leader dello Stato islamico, identificato come Abdul Nasser al Qardash e descritto come possibile successore di Abu Bakr al-Baghdadi, capo dell’organizzazione morto nell’ottobre 2019 durante un raid statunitense nel nordovest della Siria (i giornali non hanno identificato tutti Abdul Nasser al Qardash nello stesso modo: Repubblica lo ha descritto come «candidato alla successione», mentre la Stampa ha sostenuto, addirittura, che fosse già il “nuovo capo” dell’Isis).
Sulla notizia — che non è stata pubblicata da alcun grande giornale internazionale e che non è stata confermata da alcuna fonte affidabile — ci sono però parecchi dubbi: l’uomo citato, Abdul Nasser al Qardash, sembra sia stato arrestato lo scorso anno dalle Forze Democratiche Siriane, coalizione anti-Isis di arabi e curdi, e sia stato poi consegnato negli ultimi giorni alle forze irachene.
L’uomo considerato da mesi l’attuale capo dell’Isis non è Abdul Nasser al Qardash: si chiama Amir Mohammed Abdul Rahman al Mawli al Salbi, ed è un iracheno di etnia turcomanna.
Abdul Nasser al Qardash e Amir Mohammed Abdul Rahman al Mawli al Salbi sono quindi due persone diverse: il primo, in arresto da prima dell’uccisione di Baghdadi, era membro del comitato esecutivo dell’Isis, cioè il suo organo politico più importante, ma non è mai arrivato a essere il leader del gruppo.
Il secondo, il cui vero nome è stato rivelato e poi confermato dal giornalista del Guardian Martin Chulov, era diventato capo dell’organizzazione subito dopo l’uccisione di Baghdadi, e al momento non ci sono notizie che non lo sia più.
Alcuni analisti che da anni seguono le vicende dell’Isis, e sanno dunque di cosa scrivono, e che provano a ricostruire la struttura della sua leadership hanno chiarito quali siano le informazioni disponibili finora sull’intera vicenda.
Nibras Kazimi, analista che si occupa di terrorismo e Medio Oriente, ha rimarcato che Abdul Nasser al Qardash, l’uomo protagonista degli articoli sulla stampa italiana, è stato semplicemente trasferito due settimane fa dalle Forze Democratiche Siriane (Sdf) la coalizione anti-Isis composta da curdi e arabi, agli iracheni, anche se non è chiaro per quale ragione.
Questa informazione è stata confermata anche da un altro analista e consulente del governo iracheno, Husham al Hashimi, che martedì aveva twittato di avere intervistato proprio Abdul Nasser al Qardash, specificando che prima dell’arresto era un leader dello Stato islamico molto attivo in Siria, e che di recente è arrivato in Iraq dopo essere stato trasferito da una prigione siriana.
I servizi taroccano
“L’arresto è arrivato dopo un’accurata intelligence”, affermava, in mattinata, una dichiarazione del servizio di intelligence nazionale iracheno, riportata da al Arabiya. L’operazione che ha portato alla cattura di al-Qirdash, nota peraltro l’emittente tv panaraba nel suo sito, arriva un mese dopo che Mustafa al-Kadhimi, ex capo dell’intelligence irachena, è diventato primo ministro del Paese.
Insomma, una medaglia, e che medaglia, di cui il fresco premier iracheno si poteva far vanto. Peccato che quella medaglia era di latta.
Il 31 ottobre scorso il Consiglio della Shura dell’Isis, nel confermare la morte di al-Baghdadi aveva anche annunciato immediatamente il nome del suo successore, Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurashi. “Il Consiglio della Shura si è incontrato immediatamente dopo la conferma del martirio di al Baghdadi e gli anziani dei santi guerrieri sono stati d’accordo” con la nuova nomina, aveva allora detto allora un portavoce, in un audio di circa 8 minuti targato al Furqan, l’organo ufficiale di informazione dell’organizzazione terroristica.
Il nuovo califfo, aveva detto, è Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurashi (il cui nome viene traslitterato in molti modi diversi, senza contare gli alias), chiedendo per suo conto la fedeltà dei jihadisti. Dello stesso al Qurashi, si è poi parlato di nuovo ai primi di maggio, quando erano già iniziate a circolare voci sulla sua cattura. L’uomo è originario della città irachena nord-occidentale di Tell Afar, secondo fonti d’intelligence irachena citate dai media panarabi, e prima dell’invasione anglo-americana dell’Iraq nel 2003 serviva nell’esercito di Saddam Hussein. Ma anche dalla sua annunciata nomina, è di fatto rimasto dietro le quinte. E oggi il mistero si infittisce: l’annuncio dei servizi iracheni parla, in apparenza, di un’altra persona, che però non avrebbe ancora preso il controllo dell’organizzazione.
Insomma, un caso di omonimia, di sbagliata traslitterazione, e poi che vuoi che sia, in Italia poi si bevono ormai tutto. Basta spararla grossa, tanto poi c’è sempre tempo per fare una correzione. E poi dicono che i giornali non si vendono più.
(da Globalist)
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