LA CESSIONE DELLE 12 MOTOVEDETTE ALLA LIBIA: SOLO 4 SENATORI HANNO AVUTO LA DIGNITA’ DI VOTARE CONTRO UN REGALO MILIONARIO A DEI CRIMINALI
IL PD HA MOSTRATO IL SUO VOLTO DI COMPLICE DEL GOVERNO… SOLO BONINO E LEU CONTRARI
Quel voto ha rafforzato la convinzione, amara, di essere soli contro (pressochè) tutti. Contro il “ministro della deportazione” e dei porti sbarrati, al secolo Matteo Salvini, certo, ma questo ormai era chiaro da tempo.
Ma ciò che nel mondo delle Ong ha creato sconcerto, delusione, rabbia, è il voto, “silenziato” dalla quasi totalità dei media nazionali, con il quale ieri il Senato ha approvato il disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 84, relativo alla cessione di unità navali italiane a supporto della Guardia costiera libica.
Un voto “bulgaro”, si sarebbe detto in altri tempi: 266 favorevoli, 4 contrari (tre senatori di LeU ed Emma Bonino di +Europa) e un astenuto.
Un voto plebiscitario, nonostante le denunce sul comportamento della Guardia costiera libica in mare nelle operazioni di salvataggio dei migranti che si avventurano sulla rotta mediterranea.
Testimonianze dirette, comprensive di filmati, che raccontano comportamenti che si configurano come atti criminali: rapporti dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr, il cui direttore è un italiano, Filippo Grandi), dossier di Amnesty International e di Human Rights Watch che inchiodano la Guardia costiera libica e le autorità di Tripoli a pesantissime responsabilità nel trattamento dei migranti sia in mare che nei centri di detenzione. Fermatevi, era l’appello al Parlamento che proveniva dal mondo del volontariato, laico, cattolico, comunque umano.
Fermatevi e prima di sostenere con mezzi e denaro quella Guardia costiera, vincolate almeno questo sostegno ad un codice di comportamento che risponda ai dettami del Diritto del mare e al rispetto dei diritti della persona.
Quel voto ha inferto un colpo pesantissimo a queste aspettative. E allora, davvero soli contro tutti.
Nel denunciare che tutto sono meno che sicuri i porti libici.
Nel riaffermare che prima di ogni altra cosa c’è il diritto-dovere a salvare vite umane in un Mediterraneo sempre più “Mare mortum”.
(da “Huffingtonpost”)
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