LA CHIUSURA DEGLI IMPIANTI DA SCI E’ STATA CONDIVISA DA DRAGHI
SE AI MARCHETTARI LEGHISTI NON PIACE LA DECISIONE ESCANO DAL GOVERNO E SI UNISCANO AGLI UNTORI
Lo stop alla riapertura degli impianti sciistici è stata disposta dal ministro della Salute Roberto Speranza solo dopo l’avallo da parte del neo presidente del Consiglio Mario Draghi. A riferirlo sono fonti di Palazzo Chigi, citate da Skytg24. Anche il quotidiano Repubblica riporta il sì del premier alla decisione.
Ieri sera il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un provvedimento che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021.
Ieri sera il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un provvedimento che vieta lo svolgimento delle attività sciistiche amatoriali fino al 5 marzo 2021. La decisione è arrivata dopo il verbale del 12 febbraio del CTS.
Il 12 febbraio il Comitato Tecnico Scientifico, con specifico riferimento alla riapertura degli impianti sciistici nelle Regioni inserite nelle cosiddette ‘aree gialle’, affermava che “allo stato attuale non appaiono sussistenti le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive vigenti, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale”. Il provvedimento tiene conto dei più recenti dati epidemiologici comunicati venerdì 12 febbraio dall’Istituto Superiore di Sanità , attestanti che la variante VOC B.1.1.7, detta variante UK e caratterizzata da maggiore trasmissibilità , rappresenta una percentuale media del 17,8% sul numero totale dei contagi. La preoccupazione per la diffusione di questa e di altre varianti del virus SARS-CoV-2 ha portato all’adozione di misure analoghe in Francia e in Germania. La decisione del ministro, benchè motivata, è stata accolta criticamente dai presidenti di regione, come spiega il Corriere:
È Palazzo Chigi ad approvare la chiusura degli impianti di sci. Lo fa a metà pomeriggio, dopo un lungo confronto con Roberto Speranza. Scelta difficile e inevitabile, perchè la variante inglese allarma. Presa all’ultimo momento, a causa di una crisi politica che ha congelato per giorni ogni possibile decisione. Mario Draghi sposa comunque la linea della prudenza, pur ritrovandosi tra le mani – e fuori tempo massimo – un dossier scottante. E nonostante la prevedibile protesta dei governatori.
(da agenzie)
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