LA DEMOCRAZIA DIRETTA CHE VIETA L’INGRESSO A UN GIORNALISTA CRITICO
LA BRUTTA FIGURA DEL NUOVO ACQUISTO NUZZI, GIORNALISTA AL SERVIZIO DEI GRILLINI
«Abbiamo l’ordine di non farla entrare».
Così ieri mattina lo staff di «Sum#02-Capire il futuro», evento organizzato a Ivrea dall’associazione Gianroberto Casaleggio, presieduta dal figlio Davide, ha accolto il giornalista de «La Stampa» Jacopo Iacoboni.
Il rifiuto è stato motivato con «disguidi nella richiesta dell’accredito» e «posti esauriti», tesi ribadita dall’agenzia Visverbi che gestisce l’evento, ma totalmente smentita dal fatto che prima e dopo ad altri giornalisti (tra cui due de «La Stampa») privi di accredito è stato consentito tranquillamente l’accesso senza alcun problema e senza badge («Sono finiti, entrate lo stesso»).
Falso anche ciò che Gianluigi Nuzzi, giornalista e direttore editoriale della convention, ha detto dal palco, parlando di «regole da rispettare» e «badge tarocco». Nuzzi aveva replicato alle critiche («Avete sbagliato») di Enrico Mentana, direttore del Tg7 e relatore dell’evento. La platea ha contestato Mentana e applaudito Nuzzi mentre proclamava: «Noi i tarocchi non li vogliamo».
In realtà Iacoboni si è regolarmente presentato con tanto di tesserino professionale, cercando di sanare l’eventuale disguido burocratico e proponendo di contattare la segreteria de «La Stampa» per risolvere tutto, come testimoniato anche da esponenti del M5S tra cui il giornalista e senatore Emilio Carelli, che invano e gentilmente ha cercato a lungo una soluzione.
Per cercare di seguire ugualmente l’evento e documentare tutto su «La Stampa» evitando di creare un caso, Iacoboni ha poi provato a entrare con il badge datogli da un collega. Ma è stato bloccato: non di questione di accredito si trattava, ma di veto personale.
A confermarlo testualmente all’Ansa è stata la Comunicazione del M5S: l’accesso a Iacoboni è stato impedito perchè il M5S non ha gradito alcuni suoi articoli. «Si tratta di una questione personale e non professionale».
La direzione de «La Stampa» ritiene «inaccettabile che a un giornalista, e alla testata che rappresenta, venga impedito di fare il proprio lavoro perchè si dissente da ciò che ha scritto. Chi lavora per guidare il Paese non deve temere opinioni dissenzienti, anche le più urticanti: è qui che si misura la maturità di un movimento politico».
Il Comitato di redazione ha definito «imbarazzante e degno dei buttafuori delle discoteche» il comportamento del M5S.
«Questi metodi da pseudo democrazia virtuale e dittatura del Grande Fratello non appartengono ai nostri valori e alla nostra cultura». «Piena solidarietà » è stata espressa dai Comitati di redazione di altri giornali, a partire da quello del Secolo XIX.
Oltre a politici, giornalisti e intellettuali di ogni orientamento, condannano l’episodio Federazione nazionale della Stampa italiana, Ordine nazionale dei giornalisti, Associazione stampa Subalpina e Ordine dei giornalisti del Piemonte, che in una nota lo definiscono «un chiaro tentativo di negare il diritto di cronaca», invitando i colleghi a «reagire tutti insieme prendendo l’abitudine di abbandonare i luoghi e gli eventi in cui vengano messi in atto comportamenti discriminatori».
(da agenzie)
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