LA FALSA TREGUA IN SIRIA TRA LA RABBIA DI DAMASCO E IL SILENZIO DI MOSCA
MARTEDI INCONTRO ERDOGAN-PUTIN PER CAPIRE COSA ACCADRA’
La rabbia di Damasco. Il silenzio di Mosca. La presa di distanze dell’Europa.
Il giorno dopo l’intesa su una “tregua” di 120 ore raggiunta da Stati Uniti e Turchia, la diplomazia internazionale s’interroga soprattutto sulle mosse di Bashar al-Assad e Vladimir Putin.
“Pensare ad una stabilizzazione in Siria che tagli fuori la Russia è giocare col fuoco” dice a HuffPost il professor Stefano Silvestri, già presidente dell’Istituto Affari Internazionali – D’altra parte, il problema è che sia la Turchia che gli Stati Uniti si sono messi in situazioni politicamente difficili da cui devono cercare di venirne fuori senza troppi danni. Gli Stati Uniti devono giustificare il ritiro dalla Siria mentre la Turchia deve giustificare l’efficacia della sua operazione militare prima che divenga troppo costosa, sia politicamente che militarmente. Per certi versi, gli interessi di Washington e di Ankara sono convergenti. Adesso però si tratta di vedere se questo si risolverà in una parentesi all’interno della crisi, di cui tutti si dimenticheranno, oppure se tra americani e turchi riusciranno a trovare sufficienti incentivi perchè gli altri interlocutori, Assad e Putin in primis ma anche l’Iran, accettino almeno in parte questa intesa di massima”.
Quanto a Putin, il suo silenzio dà conto di un risentimento da parte di Mosca su quella che, in via ufficiosa, viene giudicata dal Cremlino una mossa azzardata da parte americana e turca.
Una questione che il capo del Cremlino affronterà di petto martedì prossimo quando a Sochi incontrerà Erdogan.
Sul campo, la tregua vacilla a solo poche ore dal suo annuncio. I curdi denunciano la violazione del cessate il fuoco. “La Turchia sta violando l’accordo di cessate il fuoco continuando ad attaccare la città dalla scorsa notte”. scrive su Twitter Mustafa Bali, portavoce delle Fds, Forze democratiche siriane a maggioranza curda
.E l’agenzia curda Firat, afferma che i raid turchi hanno ucciso cinque combattenti curdi e feriti due.
Parla da vincitore il “Sultano”. Alla fine delle 120 ore” di tregua, “la nostra operazione Fonte di pace continuerà in modo ancora più determinato se gli Usa non manterranno le promesse” sull’evacuazione delle milizie curde Ypg dalla zona di sicurezza della Turchia, ha avvertito Erdogan
Intanto, Amnesty International denuncia che l’esercito turco e le milizie siriane alleate hanno compiuto “crimini di guerra” durante l’operazione militare contro i curdi.
Accusa infatti Ankara di “serie violazioni, omicidi sommari e attacchi illegali” segnalando un “vergognoso disprezzo per la vita dei civili”. Tra i casi indicati, anche la brutale esecuzione sommaria dell’attivista curda Hevrin Khalaf e della sua guardia del corpo da parte di milizie siriane addestrate e armate dalla Turchia.
La denuncia di Amnesty è stata elaborata sulla base dei racconti di 17 testimoni diretti, tra i quali ci sono medici, giornalisti e sfollati, e anche sulla base di registrazioni video. “Chiediamo ancora una volta alla Turchia di porre fine a queste violazioni – afferma Kumi Naidoo, segretario generale di Amnesty International – e di proteggere i civili nelle zone sotto il suo controllo. La Turchia non può sottrarsi alle sue responsabilità semplicemente delegando i crimini di guerra ai gruppi armati locali”. Secondo le autorità sanitarie dell’Amministrazione autonoma a guida curda nel nordest della Siria, fino al 17 ottobre sono stati uccisi almeno 218 civili, tra cui 18 bambini
(da “Huffingtonpost”)
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