LA LEGA SVENDE LE POCHE SPIAGGE LIBERE RIMASTE ALLE LOBBY
COSA SI NASCONDE DIETRO ALLA PROROGA DELLE CONCESSIONI BALNEARI: SALVANO LE COSTRUZIONI ABUSIVE, DANNO ALTRE LICENZE PER CEMENTIFICARE, I CANONI RESTANO IRRISORI, GLI EVASORI SONO IL 50%
La legge di Bilancio appena approvata al Senato mette seriamente a rischio le spiagge italiane.
Il grido di allarme arriva da Angelo Bonelli, dirigente storico dei Verdi italiani che ha passato al setaccio i commi del maxiemendamento presentato dal governo e approvato con il voto di fiducia dal Senato.
Bonelli dice: “Nel maxiemendamento del governo non solo è prevista la proroga della direttiva Bolkestein di 15 anni, ma anche il via libera a nuove concessioni demaniali sulle spiagge italiane, il salvataggio di ville, cottage residenziali sulle spiagge e il mantenimento delle strutture che per legge dovrebbero essere eliminate”.
Il dirigente dei Verdi elenca i commi incriminati: “E’ scritto negli emendamenti dal 386 bis al 386 duodecies che prevedono di riformare entro 120 giorni la normativa sul demanio marittimo, istituendo il rating sulle spiagge italiane, come avviene con le banche, individuando nuove spiagge libere da dare in concessione”.
Il primo effetto immediato di queste scelte – continua Bonelli – è che “le spiagge diventano definitivamente una merce sottoposta ai meccanismi del rating e le ultime spiagge libere sopravvissute al cemento verranno così sottoposte a ulteriore cementificazione e privatizzazione (il 60% delle nostre coste è compromesso)”.
Inoltre, continua Bonelli, le casse dello Stato ne ricevono un danno non indifferente: “Si prorogano – spiega – le concessioni demaniali senza adeguarne i canoni che vengono pagati allo Stato, che incassa dalle concessione demaniali solo 103 milioni di euro a fronte di un’evasione, secondo l’agenzia del demanio, del 50%: attualmente si paga solo 1,27 euro metro quadro/anno per la parte non ricoperta da strutture”.
Bonelli fa anche degli esempi concreti di come lo Stato non incassi quello che dovrebbe e come ci siano anche esponenti politici che conducono in Parlamento e fuori una durissima battaglia contro l’applicazione della direttiva Bolkestein in palese conflitto di interesse:
“Questo – dice – è l’assalto al territorio da parte di questo governo giallo-nero: dall’albergo di lusso di Cala di Volpe, che ha in concessione a Porto Cervo in Sardegna l’esclusiva spiaggia di Liscia Ruya per la cifra di 520 euro l’anno, fino al Twiga della Santanchè che paga un canone di 16.000 euro l’anno; strutture che si trovano sul demanio marittimo e che trarranno beneficio da queste norme”.
“Ma nel maxiemendamento spunta – denuncia ancora Bonelli, – un comma che salva, attraverso una proroga di 15 anni, ville, cottage, bungalow ad uso residenziale e non turistico che occupano le spiagge italiane, situazione che non ha esempi in tutta Europa”.
E ancora, aggiunge, “nel comma 136 bis si blocca l’eliminazione dalle spiagge delle strutture che per legge dovrebbero essere eliminate al termine della stagione balneare, ma che si sono trasformate ad essere fisse e perenni nel corso degli anni trasformandolo stato dei luoghi”
Insomma, conclude il membro dell’esecutivo nazionale dei Verdi, “con queste norme si svendono le spiagge a quelle lobby che da anni hanno occupato arenili sottraendole alla pubblica fruibilità , alla visibilità e all’accesso al mare come nel caso di Ostia. Si sta preparando la strada alla sdemanializzazione ovvero alla svendita di un bene comune come le spiagge del nostro paese: altro che Bolkestein”.
In una recente intervista Bonelli aveva già puntato il dito soprattutto contro la Lega che avrebbe aperto un nuovo fronte di scontro con l’Unione europea proprio sulla Bolkestein.
Con l’Italia a rischio di infrazione proprio per la mancata applicazione di questa direttiva. Il leader dei Verdi, durante l’iter di approvazione de decreto fiscale, aveva detto: ““Quello che vogliono proporre è una via d’uscita delle spiagge dalla Bolkestein: nel frattempo vogliono prorogare le concessioni demaniali marittime per un periodo considerevole e poi ottenere l’uscita dalla Bolkestein: il tutto ovviamente senza gara”.
(da agenzie)
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