LA MANOVRA DI PICCOLO CABOTAGGIO, TRA MICROBONUS E MICROTASSE
COSA C’E’ E COSA NO IN UNA FINANZIARIA DOMINATA DALL’IVA
Quello che c’è e quello che non c’è in una manovra economica lo determinano i soldi a disposizione.
Le esigenze di consenso e gli appetiti dei partiti, le scelte, insomma la direzione di marcia sono vincolati a questo ragionamento.
È evidente che se la coperta è corta – come è il caso della legge di bilancio approvata dal governo giallorosso – la lista di quello che c’è è ristretta.
Cosa c’è: lo stop all’aumento dell’Iva, il taglio delle tasse nelle buste paga dei lavoratori dipendenti, l’abolizione del superticket.
Quello che non c’è: l’inasprimento delle pene per chi evade il Fisco, come il grande piano dei 5 stelle delle manette agli evasori, si è ridotto a una mollica di Pollicino. Non c’è un sostegno alle imprese e un segnale per le partite Iva, pochissimo per i pensionati.
Quello che c’è
L’Iva non aumenta, ma nel 2021 torna l’incubo. La manovra ha un valore di circa 30 miliardi. Per evitare di far scattare l’aumento, previsto dal primo gennaio del 2020, sono stati impiegati ben 23,1 miliardi. In questo modo l’Iva non passerà dal 10% al 13% e dal 22% al 25%.
L’altra faccia della medaglia è che le risorse a disposizione per le altre spese si riducono al lumicino. Lo sforzo imponente, inoltre, non annulla gli impegni. Nel 2021, infatti, restano ancora rialzi dell’Iva per circa 18 miliardi: sono soldi che andranno trovati il prossimo anno.
Il segnale ai lavoratori dipendenti, 40 euro in più al mese. Ci sono 3 miliardi per tagliare il cuneo fiscale. Tutto il beneficio sarà indirizzato ai lavoratori dipendenti, che vedranno così crescere l’importo delle buste paga. Chi beneficerà dell’intervento è ancora da decidere.
L’ipotesi più accreditata è di andare a tagliare le tasse sui redditi medio-bassi, fino a 26mila euro. In questo caso i lavoratori coinvolti sarebbero 10 milioni, con un beneficio di 40 euro al mese.
L’altra opzione è di arrivare ai redditi fino a 35 mila euro, ma in questo caso bisognerebbe trovare più risorse o trasformare il bonus 80 euro in detrazione.
Stop al superticket dal primo settembre. Un’altra misura che va a impattare sui ceti medio-bassi è l’abolizione del balzello sulle visite specialistiche e sulle prestazioni diagnostiche.
Il governo ha messo sul piatto 160 milioni (560 a regime) per cancellare il superticket dal prossimo primo settembre. In media è pari a 10 euro e si applica in molte Regioni come costo aggiuntivo al ticket sanitario ordinario, che può arrivare fino a 36 euro.
Il Green new deal da 11 miliardi in tre anni. Per le misure in favore dell’ambiente e per il clima arrivano 10,5 miliardi in tre anni, dal 2020 al 2022. L’ammontare totale sarà di oltre 50 miliardi, in 15 anni.
Nello specifico i 10,5 miliardi sono la dotazione complessiva di due fondi di investimento assegnati a Stato ed enti territoriali per lo sviluppo sostenibile, le infrastrutture sociali e l’incentivo alle rinnovabili.
Il piano cashless: tetto al contante e regalo della Befana. Dal prossimo anno, e fino al 2021, si potranno sostenere spese in contanti per un massimo di duemila euro invece che tremila, come avviene oggi. Il tetto scenderà a mille euro a partire dal 2022. Il piano per disincentivare l’uso del contante e stimolare i pagamenti elettronici con il bancomat e le carte di credito prevede una riduzione sensibile delle commissioni per gli esercenti, ma anche multe per chi rifiuterà il pagamento con la carta.
Chi userà il bancomat potrà ritrovarsi in tasca il regalo della Befana: nei primi giorni del 2021 arriverà un bonus per alcune spese sostenute l’anno precedente.
Ci sarà anche la lotteria, con premi speciali ed estrazioni legate sempre alle spese pagate con la carta.
Arrivano le microtasse.
Per trovare le coperture necessarie, il governo è dovuto ricorrere a una miriade di micro-tasse. Quella che si applicherà su imballaggi e sulle bottiglie di plastica è salata: 1 euro per ogni chilo.
Vengono triplicate le imposte ipotecarie e catastali per i trasferimenti delle case tra privati: passano da 50 a 150 euro ciascuna.
Un gettito molto consistente, pari a 2 miliardi, arriverà dalla revisione di alcuni sussidi dannosi. Nello specifico viene cancellato il beneficio sul gasolio per i veicoli Euro3 e Euro4, è introdotta una tassa per prodotti inquinanti impiegati per la produzione di energia.
Stangata anche sulle auto aziendali più inquinanti: la base imponibile su cui si paga l’Irpef aumenta dal 30% al 100 per cento. Per richiedere un certificato penale bisognerà pagare un bollo di 2,4 euro a foglio.
L’intervento sui ricchi: stop alle detrazioni sopra i 120mila euro. Niente detrazioni, e quindi tasse più alte, per i redditi sopra questo livello. Secondo le stime si tratta dell′1% dei contribuenti italiani.
Il bonus per le facciate dei palazzi. Un credito fiscale del 90% per chi rifà nel 2020 la facciata di casa o del condominio, in centro storico o in periferia, nelle grandi città o nei piccoli comuni. La proposta trae ispirazione da una famosa legge francese degli anni Sessanta (la legge Malraux), che ha cambiato l’immagine di molte città della Francia.
Quello che non c’è
Le manette agli evasori rinviate a data da destinarsi. Il piano messo a punto dagli uffici del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si è ridotto a un micro-intervento che alza da 6 a 8 gli anni di carcere previsti per il reato di dichiarazione fraudolenta.
Il piano 5 stelle era molto più ambizioso prevedendo pene più severe per tutte le fattispecie relative all’evasione fiscale e un abbassamento consistente delle soglie di punibilità . Se ne parlerà durante l’iter parlamentare della manovra o in altra sede.
Niente flat tax per le partite Iva tra 65mila e 100mila euro. Il beneficio dell’aliquota al 15% sarebbe scattato dal primo gennaio, ma il governo ha deciso di cancellare la norma approvata dall’esecutivo precedente.
Mini rivalutazione delle pensioni. I sindacati: “50 centesimi al mese”.
Sulle pensioni l’intervento dell’esecutivo si limita a una mini rivalutazione per le pensioni tra i 1.500 e i 2.000 euro mentre la misura portante – quota 100 – non subisce modifiche.
Rispetto alle richieste di aumento del potere d’acquisto degli assegni anche con un ampliamento della quattordicesima, il governo si è detto disponibile a introdurre la rivalutazione piena rispetto all’inflazione, oltre a quella attuale per gli assegni pensionistici fino a 1.522 lordi al mese, anche per quelli da 1.522 fino a 2.029 euro al mese (quattro volte il minimo).
Ma i sindacati parlano di una “presa in giro” dato che questi pensionati hanno già una rivalutazione al 97% dell’inflazione. In pratica ci sarebbe un aumento di circa 50 centesimi di euro al mese, pari a poco più di 6 euro all’anno per 2,5 milioni di pensionati.
Alle imprese solo la conferma di Industria 4.0. Non sono previsti nuovi interventi di sostegno alle imprese. L’unico segnale è il rifinanziamento del pacchetto Industria 4.0.
(da “Huffingtonpost”)
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