LA LOTTA TRA FAZIONI M5S BRUCIA ANCHE SILVESTRI COME CAPOGRUPPO ALLA CAMERA, ORA SI TENTA CON CRIPPA
A PALAZZO MADAMA SCONFITTO TONINELLI, ELETTO PERILLO
Tre scrutini andati a vuoto e ora il tentativo di puntare tutto su un nuovo nome.
Il voto per eleggere il capogruppo M5s alla Camera è più che uno scontro tra fazioni. Così, dopo la terza fumata nera, spunta la candidatura non ancora ufficializzata di Davide Crippa, deputato alla seconda legislatura, un tempo tra i fedelissimi di Luigi Di Maio, ex sottosegretario poi però rimasto fuori dal governo Conte II.
Un mix quindi tra gli scontenti e l’esigenza da parte dei vertici di non avere un presidente dei deputati ostile. La votazione è particolarmente complessa perchè, per essere eletto, occorre la maggioranza assoluta degli aventi diritto.
Discorso diverso invece per il Senato dove è stato eletto Gianluca Perilli, che al ballottaggio ha superato Danilo Toninelli per tre voti.
Mentre a Palazzo Madama si è trovato il giusto compresso tra il vecchio e il nuovo corso, dal momento che Perilli è un senatore fedele a Di Maio ma nello stesso tempo è alla prima legislatura, a Montecitorio invece dietro questa elezione c’è tutta la drammaticità del momento. C’è il primo spazio che si è aperto per ricoprire una carica dentro il Movimento che non sia designata direttamente da Di Maio e attorno a questa partita le varie anime si stanno giocando la possibilità di contare di più.
È un duello generazionale tra vecchia e nuova guardia, tra vecchio e nuovo corso, tra chi si schiera con il capo politico e chi invece è contro di lui.
In mattinata l’immagine che il Movimento 5 Stelle consegna è quella di una serie di schede numerate, quindi tracciate per far vedere chi ha votato chi.
È ovvio che, dopo la fumata nera della scorsa settimana, la seconda votazione viene annullata e si ricomincia. La terza finisce con 19 schede bianche, 24 nulle e quindici deputati che non hanno votato. Così nè Francesco Silvestri che ha ottenuto 86 voti, nè Raffaele Trano che se n’è accaparrati 72 sono riusciti a spuntarla.
Silvestri è un deputato vicino ai vertici ma ha creato una squadra trasversale, mettendo insieme varie anime del Movimento così da conquistare quanti più voti possibili. Per esempio, il suo vice è Riccardo Ricciardi, non certo un deputato allineato a Di Maio. Quanto basta per fermarlo in partenza e avere contro la pattuglia dei deputati fedeli alla linea del capo politico.
Trano invece rappresenta il nuovo, ha radunato i deputati alla prima legislatura, coloro che più degli altri chiedono un cambio di passo e soprattutto di incidere di più nelle decisioni interne.
Già la votazione della scorsa settimana era terminata con un nulla di fatto portando Anna Macina che, aveva ottenuto 33 voti, a ritirarsi dalla corsa, lasciando spazio a Silvestri, attuale vicecapogruppo, che aveva incassato 67 voti, e a Raffaele Trano che vantava 61 preferenze inattese.
Tuttavia, Macina, la cui candidatura era gradita a Di Maio, non è entrata in nessuna delle due squadre nè ha dato indicazioni di voto.
Inoltre tutti i deputati al secondo mandato, che erano entrati a far parte della squadra di Silvestri e di Trano, si sono ritirati e così sono rimaste in corsa solo le new entry.
Il risultato è stato l’impasse totale e il messaggio che la vecchia guarda ha mandato ai nuovi, a coloro un po’ ribelli, è chiaro: “Bisogna ragionare su un’altra candidatura, che faccia una sintesi e sia davvero unitaria”. Circola con insistenza il nome di Davide Crippa, che da giorni si sta muovendo per creare la sua squadra. Le trattative sono in corso
(da “Huffingtonpost”)
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