LA MANOVRA FUTURA, NON CI SARANNO FUOCHI D’ARTIFICIO
E’ GIA’ COMPLESSO FAR QUADRARE I CONTI… PER EVITARE AUMENTO E IVA E RIDURRE IL CUNEO FISCALE VANNO TROVATI 32 MILIARDI
La consapevolezza che la manovra non potrà essere lo scrigno dei sogni si fa ogni giorno che passa sempre più forte nelle stanze del governo. Già non si sa come far quadrare i conti con le spese obbligate, figurarsi pensare ai fuochi d’artificio. Mitezza, insomma. Certo il clima è cambiato, lo spread ha toccato i minimi dall’agosto dell’anno scorso, il bazooka di Draghi è tornato carico, l’Europa ci guarda con benevolenza, ma gli impegni restano tanti.
E già questo è un dato che segna un cambiamento rispetto all’irruenza di un anno fa, quando Matteo Salvini e Luigi Di Maio facevano a gara per allungare la rispettiva lista della spesa.
Anche i 5 stelle avrebbero messo da parte l’idea di far partire da subito il salario minimo in nome di una legge di bilancio improntata al realismo. E così lo scheletro della manovra, ad oggi, è molto scarno. Il cantiere è aperto, ma ancora da allestire. Di soldi all’appello ne mancano ancora parecchi.
Se si esamina da vicino lo scheletro della prima Finanziaria del nuovo governo si capisce subito come nelle prossime settimane bisognerà lavorare, e parecchio, per ottemperare alla prima esigenza, quella di evitare che l’Iva aumenti dal primo gennaio del prossimo anno. Eccolo lo scheletro della manovra così come si sta delineando nelle carte dei tecnici del Tesoro e dei responsabili economici dei partiti di governo.
C’è la colonna rossa, quella degli impegni che non possono essere elusi. Dentro ci sono le cosiddette clausole di salvaguardia sull’Iva, che valgono 23,1 miliardi e 4 miliardi di spese indifferibile.
Nella stessa colonna va collocata l’unica misura di natura propositiva che l’esecutivo giallorosso può permettersi di sostenere e cioè il taglio del cuneo fiscale. Costa cinque miliardi. Il menù finisce qui.
Se l’anno scorso c’erano le misure bandiera di un governo anch’esso al debutto, e cioè il reddito di cittadinanza e la quota 100, quest’anno sia il Pd che i 5 stelle hanno deciso di concentrarsi sul taglio del costo del lavoro. L’importo è decisamente inferiore alla spesa per le due misure bandiera di Lega e 5 stelle, superiore ai 10 miliardi. Tirando una riga, la somma dà 32,1 miliardi.
Se la spesa è pari a 32 miliardi, la cassaforte che deve contenere le risorse per le coperture è ancora mezza sguarnita.
Il lingotto pesante è più politico che economico: si chiama flessibilità . Da cercare in Europa. Le ultime stime parlano di una richiesta compresa tra i 12 e i 15 miliardi.
In questo modo – almeno questo è il ragionamento del governo – Bruxelles dovrebbe permettere un rialzo del deficit dall′1,6% al 2,3-2,4 per cento.
Si rispetterebbe così il principio politico di ottenere flessibilità in cambio di un rispetto delle regole, ma l’anno scorso – è doveroso ricordarlo – proprio il deficit collocato al 2,4% provocò una diatriba tra Roma e Bruxelles che sfociò nel rischio di arrivare all’attivazione della procedura d’infrazione.
Ma come si diceva questa è una questione politica e i nuovi rapporti tra l’Italia e l’Europa potrebbero lasciare spazio per una flessibilità vicina ai desiderata del governo italiano. Dando per assodato l’ottenimento della flessibilità , è caccia alle risorse che mancano, pari a 17 miliardi.
Gli appunti lasciati dall’ex ministro dell’Economia Giovanni Tria sul taglio delle detrazioni fiscali sono destinati a essere cestinati. Per una ragione politica: un taglio lineare, dal 19% al 18%, significa andare a toccare ambiti politicamente sensibili come la sanità e sdoganare un seppur contenuto aumento delle tasse.
Nè i 5 stelle nè il Pd intendono dare spazio a questa ipotesi. Come si trovano allora 17 miliardi? Sono giorni di conteggi.
Le operazioni a cui fanno riferimento questi conteggi sono le minori spese per il reddito di cittadinanza e quota 100, i soldi che si recupereranno con il calo dello spread, gli incassi della fatturazione elettronica.
Prende piede anche l’ipotesi di chiedere a Bankitalia e a Cdp un altro sacrificio, come fatto a luglio, attraverso il versamento di dividendi ed extradividendi. La somma di tutte queste voci, però, è ancora incerto e dovrebbe toccare al massimo gli 8-9 miliardi. Lo scheletro della manovra è ancora fragile.
(da agenzie)
Leave a Reply