LA MELONI NON HA PAURA DEI GAY
IERI A GENOVA IL MINISTRO DELLA GIOVENTU’ HA PARTECIPATO A UN CONVEGNO COLLATERALE AL GAY PRIDE DEL 27 GIUGNO….”BASTA UNA SOLA VITTIMA DI DISCRIMINAZIONE PER MERITARE L’ATTENZIONE DELLE ISTITUZIONI”…. UN APPROCCIO CONCRETO TRA CHI OSTENTA E CHI DISCRIMINA
Ha aperto ieri, a Palazzo Ducale, un convegno di confronto e approfondimento sui temi del disagio della popolazione giovanile legato all’omofobia, una manifestazione collaterale al Pride nazionale del 27 giugno.
Parliamo di Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, che al convegno “I giovani e il disagio delle diversità ” ha dato il patrocinio gratuito della Presidenza del Consiglio.
Il ministro ha introdotto i lavori, prima degli interventi di Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay, di Alessandro Buffoli, ricercatore dell’Università di Padova, di Matteo Martelli, responsabile del progetto Schoolmates, di Vittorio Lingiardi, psichiatra dell’Università La Sapienza di Roma.
Non si è tirata indietro, il ministro che gira per Roma ancora con la sua vecchia auto Mini, di fronte alle solite polemiche che coinvolgono da sempre le manifestazioni collegate al Gay Pride.
Anche perchè con i giovani dell’Arcigay i contatti esistono da tempo, sono stati ricevuti spesso al Ministero e quando lei ha lanciato l’iniziativa pro-terremotati “Giovani protagonisti della ricostruzione”, loro sono tra i primi a ricambiare.
“Su un tema così delicato come quello del disagio giovanile legato al diverso orientamento sessuale – ha dichiarato la Meloni- sono certa che basta una sola vittima di discriminazione per meritare l’attenzione delle istituzioni” .
Importante quindi la sua presenza a un convegno che ha messo in evidenza dati ancora allarmanti: due ragazzi omosessuali su tre ( 61,2%) subiscono discriminazioni a scuola, uno su due ( 51,2%) in famiglia, uno su tre (29,8%) nel gruppo dei pari.
Il disagio adolescenziale può condurre i giovani a un calo del rendimento scolastico, a fughe da casa e a una propensione significativamente maggiore rispetto alla media al suicidio, all’insorgere di disturbi alimentari e all’abuso di sostanze.
Ricordano gli organizzatori che “i pericoli creati da un clima di pregiudizio omofobico si insinuano nelle vite di molti giovani, compromettendo la loro felice affermazione”.
A questo convegno di approccio socioculturale fa da contraltare la polemica della vicenda “Due Regine e due Re”, nata come laboratorio letterario per genitori e figli sul tema della omoaffettività e trasformato ormai in un ring mediatico e che va avanti a colpi di carte bollate tra esponenti del Pdl e organizzatori.
Un consigliere regionale del Pdl ha infatti presentato un esposto alla Procura in quanto in un paio di opuscoli con la bibliografia specialistica per bambini, ha scovato siti con link poco edificanti e con fumetti troppo espliciti per essere rivolti a bambini e adolescenti.
E’ intervenuto anche un inviato dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e adolescenza che ha assistito al laboratorio letterario e di cui si attende ora una relazione.
Resta comunque il fatto che se si evitassero da un lato ostentazioni eccessive della diversità , inutili attacchi a chi la pensa diversamente, guerre di religione o contro la religione accusata di ogni nefandezza, e dall’altro si evitasse sempre di gridare contro la diversa sessualità , negando a priori sempre e comunque diritti e favorendo implicitamente il perdurare di discriminazioni, tanti passi avanti in questo campo si potrebbero fare.
Solo dal dialogo e dal confronto può crescere il rispetto reciproco, mentre spesso la logica da “bottega politica” estremizza la battaglia civile, da entrambe le parti.
Le parole della Meloni, andando nel senso da noi indicato, tracciano la strada da seguire: meno carnevalate e più serietà , meno omofobia e maggiore civiltà del confronto.
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