LA MINACCIA È PRONTA: DECADE BERLUSCONI E ROTOLA IL GOVERNO
SE LA GIUNTA AFFOSSERà€ LA RELAZIONE DI ANDREA AUGELLO IL PDL È PRONTO A BUTTARE GIÙ LETTA… L’OBIETTIVO: VOTARE PRIMA DELLA FINE DELL’ANNO
Un’altra settimana di passione per il governo Letta, dopo quella che si è appena chiusa.
Ancora una volta giorni decisivi per l’esecutivo delle larghe intese appeso alle sorti del Condannato di Arcore.
E ancora una volta l’ultimatum più importante è affidato a Renato Schifani, uno delle guide spirituali e siciliane delle colombe del Pdl, l’altra è il corregionale Angelino Alfano.
Dice Schifani: “È ormai tutto chiaro, il Pd vuole le elezioni e lavora per questo”.
Il riferimento è al voto fatidico di mercoledì sera, alle 20 e 30, nella giunta delle immunità del Senato.
Oggetto: la decadenza del Cavaliere in base alla legge Severino.
L’accordo per contarsi, dopo le minacce e le tensioni di lunedì e martedì scorsi, è stato unanime ma la scontata bocciatura della relazione di Andrea Augello, ex An, contrario alla decadenza, ha innescato una nuova escalation.
Così i soliti falchi del Pdl annunciano tra mercoledì e venerdì l’atteso ritorno di B. in video, forse a un talk-show, che secondo i loro pronostici dovrebbe essere l’estrema unzione al governo di Enrico Letta.
Un’invettiva cruenta contro i magistrati che non potrà lasciare indifferente il Pd, il bilancio sanguinoso di una guerra che dura da vent’anni.
Dicono dal cerchio magico berlusconiano: “Se il presidente parlerà è per dire cosa pensa e cosa vuole, poi toccherà al Pd comportarsi di conseguenza”.
Insomma, rullano di nuovo i tamburi di guerra.
Un’agonia infinita, determinata dagli umori e dai ragionamenti del Condannato, che già si è autorecluso da agosto nella sua villa, ormai bunker, di Arcore.
Aggiunge un commissario della giunta, quota centrodestra: “Giovedì mattina il governo non ci sarà più”. Minacce, minacce, minacce.
Il punto è che prima o poi alla decadenza del Cavaliere ci si arriverà e tanto vale, allora, sfasciare la maggioranza prima per tenere aperta, entro l’anno, la finestra elettorale d’autunno-inverno.
Daniela Santanchè alias la Pitonessa lo sostiene esplicitamente: “In un Paese dove ci sono due papi si può votare anche a Natale”.
Continua la Santanchè: “La ferita non è più rimarginabile, per me la giunta non esiste più”. Tutto questo restringe, se non annulla completamente, i margini per un’altra trattativa da qui a mercoledì, sotto lo sguardo vigile e preoccupato del Colle interventista.
Pure una supercolomba come Gaetano Quagliariello ammette: “Sarebbe insopportabile trasformare il voto in giunta in una corrida contro Berlusconi”.
Eppure i termini della tregua sottoscritta martedì scorso tra Pd, Pdl e Quirinale avevano spostato a metà ottobre, al voto in aula sulla decadenza, la scadenza per la resa dei conti.
Ma la chiusura del Pd a ogni tentativo di ricorso del Pdl contro condanna e legge Severino ha di fatto azzerato la tregua.
Secondo le colombe più ottimiste si sarebbe arrivati a ottobre inoltrato, appunto, in coincidenza con la scelta di Berlusconi su servizi sociali o domiciliari e la rideterminazione del-l’interdizione in Appello. Ma ieri ad Arcore, lo stesso Berlusconi avrebbe giudicato inutile questa strategia del rinvio e dei tempi lunghi: “Io non mi dimetto mi cacciassero loro. Se il Pd vota contro la relazione di Augello meglio finirla subito, non ha senso aspettare”.
Linea questa che è un ulteriore indizio contro lo schema del Quirinale sulla grazia da concedere dopo il passo indietro dalla politico e l’inizio dell’affidamento ai servizi sociali.
Ovviamente da oggi, i mediatori saranno di nuovo al lavoro e il finesettimana andrà via in convulse telefonate tra Letta Zio e Nipote poi tra i Letta e Napolitano.
Il premier tenta di resistere e parla come se avesse vita lunga. Riforma del bicameralismo (“non stiamo sfasciando la costituzione, la riformiamo”).
Attacco a Renzi che parla “per spot”.
E difesa a oltranza di questa maggioranza. “Non bisogna vergognarsi delle larghe intese”. Ieri mattina si è anche sparsa la voce che Berlusconi sarebbe dovuto intervenire con una telefonata o un video dalla festa di Atreju, organizzata dai Fratelli d’Italia.
Le colombe però lo avrebbero convinto a rinviare e a soprassedere ancora. Segno che comunque il momento del suo ritorno pubblico è molto vicino.
Anche perchè questa sarà anche la settimana del lancio della nuova Forza Italia.
Fabrizio d’Esposito
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