LA NOMINA DI MANFREDI E L’ASSE CONTE-ZINGARETTI
IL RETTORE DELLA FEDERICO II POTENZIALE NOME UNITARIO PER LE REGIONALI IN CAMPANIA
È Giuseppe Conte che traccia la ricerca, ma è Nicola Zingaretti che difende l’Università . Con la nomina di Gaetano Manfredi si salda l’asse tra il leader del Pd e il premier, quello che lo stesso segretario dei democratici ha definito “un punto di riferimento fortissimo di tutte le forze progressiste”.
E non importa se oggi a villa Madama, davanti ai cronisti, nella canonica conferenza di stampa di fine anno, Conte si smarca, tenendosi a distanza di sicurezza dal centrosinistra e preferisce mostrarsi come un premier “terzo” che non parteggia per nessuno. Arriva persino a giurare che non lo vedremo mai con una casacca addosso
Stamane invece Conte ha compiuto un passo in avanti.
Perchè se la nomina di Lucia Azzolina alla guida del ministero della Scuola è ascrivibile ai cinquestelle ed è di stretta di osservanza del capopolitico dei penstellati, Manfredi è un’altra cosa, “è un salto di qualità ”, per dirla con Zingaretti.
Il neo ministro non è solo l’ingegnere di formazione “umanista” che insegna Tecnica delle Costruzione, a capo dell’Università Federico II di Napoli, e poi ancora presidente di tutti i rettori degli atenei del Belpaese.
Il neo ministro è un tecnico d’area – il fratello Massimiliano è stato parlamentare dei democratici nella scorsa legislatura – stimato trasversalmente, nelle scorse settimane è stato tirato in ballo come potenziale candidato dell’asse giallorosso alle regionali prossime in Campania.
Si spiega così l’entusiasmo con cui è stata salutata la nomina, non solo dai cinquestelle, ma anche e soprattutto dalla galassia democratica. Non a caso, pochi minuti dopo l’annuncio da parte Conte, la prima nota che arriva alle agenzie è quella di Goffredo Bettini, consigliere principe del segretario Zingaretti.
“Manfredi — gioisce — è una personalità di straordinario rilievo. Sobrio, pacato, profondamente colto e scientificamente qualificato. E’ una bella notizia per l’Università italiana e per il Mezzogiorno”.
Un attimo dopo gli fa eco un altro pezzo da novanta del Nazareno, vale a dire Dario Franceschini, che lo definisce “un tecnico di grandissimo profilo”. E per tutto il giorno si susseguono dichiarazione dei democrat che vanno tutte nella stessa direzione.
E allora in un amen si torna alle regionali in Campania, un appuntamento cerchiato rosso nell’agenda del Nazareno.
Al momento Manfredi è solo una suggestione, anche perchè nessuno oggi nel Pd mette in discussione la ricandidatura di Vincenzo De Luca. Nella regione più popolosa del Mezzogiorno si voterà a primavera inoltrata. Dunque, come confidano al Nazareno, “c’è ancora tempo per la scelta del candidato”. In sostanza, tutto può ancora succedere.
Se ad esempio l’esperimento di Manfredi alla guida del dicastero dell’Università risultasse positivo si potrebbe pensare al profilo del rettore come candidato unitario dell’asse Pd-M5S in Campania.
Oggi il M5S è restio a replicare l’alleanza regionale con i democratici, ma una volta accettato Manfredi come ministro come potrebbe rifiutarlo da candidato alla presidenza della Regione?
(da agenzie)
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