LA PROPOSTA DI FRATELLI D’ITALIA: AIUTI ALLE DONNE SOLO SE SFREGIATE
PER FDI VA CONSIDERATO IL DANNO FISICO
Protette, ma solo se sfregiate. Ci sono sei proposte di legge a Montecitorio che puntano a garantire alle donne vittime di violenza il diritto all’inserimento lavorativo attraverso le quote riservate alle categorie “protette”, perché la risposta alla sopraffazione passa soprattutto attraverso l’indipendenza economica. Dopo una lunga serie di audizioni, l’esame dei sei testi è calendarizzato per questa settimana, e i deputati proponenti si aspettavano quindi di iniziare il lavoro per una sintesi efficace e condivisa.
Ma alla fine della scorsa settimana, al momento di predisporre il programma dei lavori, la relatrice Marta Schifone (FdI) ha «fatto presente l’opportunità di disabbinamento» di una delle proposte, quella a firma della collega di partito Maddalena Morgante. Che prevede sì, come le altre, l’inserimento lavorativo e la conservazione del posto di lavoro delle vittime di violenza, ma solo se «vittime di violenza con deformazione o sfregio permanente del viso». Il riferimento è a chi subisce attacchi con l’acido. Donne, ma anche uomini. «Significa che Morgante e gli altri esponenti di Fratelli d’Italia non hanno intenzione di confrontarsi con le altre forze politiche e quindi le nostre proposte finiranno in un binario morto, perché non abbiamo i numeri per portarle avanti», insorge Valentina Barzotti, capogruppo del M5S in commissione Lavoro alla Camera. Allarme anche da parte Pd, che ha presentato due proposte di legge, una a firma di Ubaldo Pagano, e l’altra di Chiara Gribaudo. «La proposta di Fratelli d’Italia fa giocare tutta un’altra partita, – contesta Pagano – è un accordicchio al ribasso che tende a entrare in un fatto intimo e doloroso di una donna, distinguendo tra chi ha subito danni fisici e chi magari non ha danni fisici ma ha danni psichici importanti. Una distinzione che fa male anche alla logica».
I deputati di Fratelli d’Italia obiettano che la proposta di “disabbinamento” non implica uno stop alle proposte dell’opposizione (tra l’altro ce n’è anche una di Forza Italia che va nella stessa direzione di quelle di Pd, M5S e di quella dell’ex ministra delle pari opportunità Mara Carfagna), che potranno procedere su un binario parallelo. Mentre quella a prima firma Morgante, avendo una platea più ampia, visto che include anche gli uomini, è giusto che vada per conto proprio.
Una scelta che però potrebbe anche costituire una via d’uscita per evitare di confrontarsi con l’esigenza di stanziare risorse economiche di un certo peso, visto che alcune delle proposte depositate non prevedono come unica forma di tutela l’inserimento delle donne vittima di violenza tra le categorie protette, ma includono anche sgravi contributivi, percorsi professionali d’inserimento, risorse ulteriori per il Fondo per le vittime di violenza. «Considerato il tasso elevato di femminicidi nel nostro Paese, e la condizione femminile nel mercato del lavoro – rileva Barzotti – è sbagliato mettere sullo stesso piano donne e uomini. Trattare situazioni diverse con strumenti identici è discriminatorio, un atto politico devastante nei confronti delle donne».
(da agenzie)
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