LA PROPOSTA DI UNA NUOVA PACE FISCALE (CIOE’ IL SOLITO CONDONO) DA PARTE DI SALVINI FA INCAZZARE SIA FORZA ITALIA CHE FRATELLI D’ITALIA: “NON E’ UNA PROPOSTA CONCORDATA”
SONO CIRCA QUINDICI MILIONI GLI ITALIANI CON UN DEBITO FISCALE FINO A 30 MILA EURO
Per capire come è stata presa, all’interno del governo, la proposta di Matteo Salvini di «una grande e definitiva pace fiscale» per le cartelle sotto i 30mila euro, è forse sufficiente sapere che gli alleati di Fratelli d’Italia e di Forza Italia la definiscono «un condono».
Usano, insomma, lo stesso termine che le opposizioni
Difficile trovare modo più chiaro per far capire all’alleato leghista che la sua idea, «in questo momento, non è proprio nelle nostre corde».
Non c’è la volontà di aprire un nuovo fronte con Salvini il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: vuole prima valutare gli effetti della precedente pace fiscale, i cui termini scadranno il 30 settembre. I primi dati disponibili arriveranno a metà ottobre e quindi, se Salvini ne sarà ancora convinto, potrà riproporre la sua idea nella futura legge di bilancio. In ogni caso – assicurano fonti di FdI – la proposta di Salvini non entrerà nella riforma del Fisco, che è già stata approvata alla Camera ed è da oggi all’esame del Senato.
L’obiettivo è chiudere la partita prima della pausa estiva, per mettere in carreggiata i decreti attuativi a settembre e rendere le nuove misure operative a partire dal prossimo gennaio. Modificare adesso il testo per andare incontro alle richieste del leader della Lega costringerebbe invece la maggioranza a ripartire dal via
Anche dentro Forza Italia si vive con scarso entusiasmo la proposta del segretario del Carroccio: «Non è stata concordata. Si è lavorato un mese a questa riforma con il viceministro Leo e con i relatori, uno della Lega e uno nostro, di Forza Italia, e l’argomento “pace fiscale” non è mai uscito».
E ad ogni modo, per gli azzurri, «non si può intervenire come vuole Salvini, tagliando indiscriminatamente le cartelle sotto i 30 mila euro. Quando si fanno queste operazioni si deve stingere il cerchio il più possibile, altrimenti si lascia un buco enorme nei conti pubblici».
(da “la Stampa”)
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