LA RABBIA DI SERPICO: “POLIZIA VIOLENTA, COSI’ L’AMERICA PERDE LA SUA ANIMA”
L’AGENTE CHE ISPIRO’ IL FAMOSO FILM: “COLLEGHI SEMPRE PRONTI A SPARARE. E SE SEI NERO E’ PEGGIO”
Frank Serpico, il più famoso simbolo mondiale della lotta alla corruzione nelle forze di polizia, oggi è un vecchietto magro con degli occhiali da sole sportivi e se ne sta seduto in un diner di fronte fiume Hudson, nel nord dello stato di New York.
Fra gli anni ’60 e i ’70 Serpico era l’unico poliziotto a denunciare la corruzione sistematica della dipartimento di polizia di New York, e per tutta risposta veniva spostato di quartiere in quartiere: quando uno spacciatore gli sparò al volto in un casermone di Williamsburg, Brooklyn, i colleghi non chiamarono i soccorsi.
Non pronunciarono il codice di uomo a terra, quello che invece è risuonato nelle radio della polizia lo scorso 19 dicembre quando Ishmael Brinsley ha fatto fuoco, sempre a Brooklyn, su due poliziotti per vendicare i recenti omicidi di afroamericani da parte delle forze dell’ordine.
La solidarietà di corpo, quella che i poliziotti di New York hanno espresso più volte voltando le spalle al sindaco di Bill De Blasio, colpevole di aver criticato la decisione del Grand jury di non incriminare il poliziotto che ha strangolato Eric Garner, per Serpico non ha mai funzionato.
Nemmeno dopo lo scoppio dello scandalo Serpico ha mai ricevuto un’onorificenza. La gloria, Frank l’ha avuta soprattutto grazie al film di Sidney Lumet sulla storia, dove è interpretato da Al Pacino, ma in cambio ha da quarant’anni un frammento di pallottola nel cranio.
«Vedi quanto è bella la natura qui?» dice indicando gli aceri «puoi stare con la mente tranquilla, lucida, che è l’unico modo per riconoscere le menzogne».
Questi luoghi Serpico li ha scoperti perchè i suoi colleghi poliziotti investivano qui, in proprietà immobiliari, i soldi della corruzione.
«Come facevano a riciclare? chiedo «Quale riciclare, compravano e basta, erano poliziotti, nessuno controllava».
Serpico è ancora sulla scena pubblica soprattutto come punto di riferimento nella lotta alla corruzione e alle brutalità della polizia: a intervalli regolari scrive articoli, rilascia lunghe interviste ai giornalisti e s’impegna anche in prima persona nei casi legali, come consulente.
Negli anni ’90 ad esempio ha aiutato Joe Tromboli, un poliziotto degli affari interni del suo vecchio dipartimento a mettere in moto la commissione Mullen.
«Per lui ho anche scritto una lettera a Clinton, ‘ o pezz e novanta , ma mi ha risposto che non poteva farci niente. Non ho rispetto per questa gente, o pesce puzz ra capa .
Sul presente della polizia americana Frank ha pochi dubbi: è ancora corrotta, seppur non più in modo sistematico.
In compenso è aumentato, e parecchio, il livello di brutalit�
«Sono violenti e impreparati. Sparano per un nonnulla, tanto sanno che saranno sempre assolti. Io ho informazioni di prima mano sulla polizia americana ma chiunque può vedere le decine di video su Internet. Il sistema peggiora”.
Racconta di Michael Bell, un ragazzo ventunenne del Wisconsin, biondo, occhi azzurri, ucciso durante un controllo di polizia con un colpo in testa mentre era ammanettato, di fronte alla madre.
Il giorno dopo doveva testimoniare su un incidente che coinvolgeva il poliziotto che gli ha sparato. Dopo aver provato a contattare il governatore, il procuratore di stato, tutti i maggiori media nazionali e pure Oprah Winfrey, il padre del ragazzo ha chiesto aiuto a Serpico.
Grazie ai suoi consigli e sei anni di battaglie è riuscito ad ottenere un risarcimento di 1,75 milioni di dollari.
«Anche perchè il ragazzo era bianco» annota Frank, poi aggiunge «Il padre, veterano, è sopravvissuto a tre guerre, il figlio non è sopravvissuto all’America.
Bell ha usato quei soldi per promuovere una legge che prescrivesse indagini esterne per i casi di cittadini morti durante la custodia delle forze di polizia.
«Altrimenti si assolvono da soli. Come sei? Non colpevole. Avanti un altro. Come sei? Non colpevole».
Dopo lunghi anni di battaglie la sua proposta è diventata da poco legge di Stato. «È un grande risultato, anche perchè ha ottenuto l’appoggio di molti sindacati di polizia. Una cosa incredibile».
Un altro episodio di brutalità che sta molto a cuore a Frank è quello di Eric Garner, l’afroamericano strangolato a morte in agosto, in pieno giorno, da un poliziotto, nonostante avesse provato a dire per ben tre volte che non riusciva a respirare.
Il video, eloquente più di mille parole, è finito in mondovisione grazie a YouTube. «Se sei nero è sempre peggio in America. Prendi il film con la mia storia, il rapinatore che inseguo prima di finire in un conflitto a fuoco con dei colleghi è nero, nella realtà era bianco. Come la polizia anche Hollywood è razzista».
Il problema per Serpico è che gli Stati Uniti sono un Paese consacrato alla violenza. «La più grande industria è quella della guerra qui. Siamo un popolo spiritualmente in bancarotta».
Aveva votato per Obama, ma ne è rimasto a dir poco deluso «Per non parlare – aggiunge – della lotta a coloro che rivelano informazioni riservate. Per aver raccontato la verità sono dovuti andare a nascondersi dalla democrazia. Bella democrazia. Snowden, Manning, Assange, sono degli eroi».
Sul futuro dell’umanità Serpico non è ottimista.
«Al giorno d’oggi le persone credono di essere intelligenti se hanno una laurea o fanno soldi, ma la vera saggezza è quella del contadino. La vita è semplice. Non può esserci piacere se non c’è anche sofferenza ma le persone oggi non lo capiscono: la speranza è diventata una cosa personale. Ognuno di noi deve cercare la propria via per l’onestà » conclude, poi saluta e si dirige a suonare il suo flauto giapponese in riva all’Hudson, che, quassù, è ancora cristallino.
L’autore, che usa lo pseudonimo di Quit, è giornalista, blogger e scrittore. Nel 2-013 ha vinto il Mia award per il miglior articolo del web. Il suo sito è www.quitthedoner.com
(da “la Repubblica”)
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