LA RETORICA DI GIORGIA E I NEMICI DENTRO CASA
ORA SARA’ PIU’ DIFFICILE PER LEI PREDICARE SUPERIORITA’
E così Andrea Giambruno, ormai da giorni retrocesso da fidanzato a carico residuale, è stato “transumato” alla porta. Giorgia Meloni, fedele al suo motto, deve aver telefonato alla ormai ex suocera per dirle con tono perentorio: “Ospitalo a casa tua”.
Era difficile, del resto, ignorare le avance alla collega in blu Estoril, le battute a sfondo sessuale, i toni camerateschi di Giambruno svelati dai fuori onda di Striscia la notizia. La domanda, casomai, è come lui in passato avesse fatto a conquistarla, visto che si erano conosciuti proprio dietro le quinte di un programma Mediaset (Matrix) dieci anni fa.
Se Antonio Ricci si procurasse i fuori onda del loro primo incontro, potremmo sapere cosa la avesse affascinata di Giambruno, se il ciuffo iperbolico, o la mano che ravana nel pacco, o la dialettica forbita. Al di là di questo, credo che meriti un’analisi approfondita il post con cui la presidente del Consiglio ha liquidato il compagno, perché ogni singola riga e perfino la foto che accompagna il testo vanno interpretati con attenzione.
Partiamo dalla velocità della reazione: esistono molte ipotesi di complotto su come quel fuori onda sia diventato pubblico, perfino quella che lei sapesse tutto. Ma l’impulsività con cui ha agito sembra quella di una donna ferita. Di una donna che forse era preparata a vedere il padre di sua figlia in modalità piacione ipertricotico, ma non in quella di allupato che, per giunta, mette in guardia dai lupi.
C’è poi il primo passaggio interessante del testo, ovvero quel “le nostre strade si sono divise da tempo”, perché se è vero allora non si scappa: o le loro strade si erano divise all’insaputa di Giambruno, visto che pochi giorni fa su Chi, er mejo ciuffo del globo terracqueo aveva lasciato intendere di aver addirittura sposato Giorgia in segreto; oppure, dopo aver visto i fuori onda, la premier ha optato per un decreto di espulsione immediato, come per un clandestino qualunque.
Ma c’è anche una terza opzione: Giorgia sapeva e le andava bene così. Probabilmente la sua era una famiglia tradizionale nell’accezione antichissima per cui i panni sporchi si lavano in famiglia e si fanno asciugare sul termosifone. Poi arriva Striscia la notizia, piazza magliette e mutande bagnate sullo stendino in giardino, al sole, e improvvisamente “le strade si erano divise da tempo”.
Colpisce poi il consueto vittimismo rancoroso della premier. Non mi è ben chiaro cosa voglia dire “difenderò mia figlia!”. Ma da chi? Dai troppi compiti a casa? Dalle merendine con i grassi saturi? Ora, conosciamo tutti la sua paranoia, ma qui si esagera. E poi, perché era necessario dire che la bambina “ama suo padre come io non ho potuto amare il mio”? Ve lo dico io: la nostra presidente conosce bene le regole della comunicazione: quando sei in difficoltà, una nota tragica sull’infanzia da piccola fiammiferaia funziona sempre. Lo aveva fatto quando affermò maldestramente che l’obesità era “una devianza” e per riparare tirò fuori una foto della madre obesa, a esempio.
C’è anche un altro particolare nel post che sembra trascurabile, ma non lo è: Giorgia Meloni mostra sua figlia in volto (lo aveva fatto solo una volta molto tempo fa). Ne aveva sempre preservato l’immagine e guarda un po’, curiosamente, la mostra nel momento di maggiore esposizione mediatica del loro privato.
Se c’è un momento in cui i minori andrebbero protetti è quello in cui i genitori si separano, mente lei fa l’esatto contrario. E lo fa con calcolo perché nulla – in qualunque guerra si combatta, che sia quella con i media o quella con i nemici al di là del fronte – suscita compassione come il volto di un bambino.
Infine, la frase finale che tradisce il suo eterno rancore nei confronti del mondo: “Per tutti quelli che hanno cercato di indebolirmi colpendomi in casa, sappiano che per quanto la goccia possa sperare di scavare la pietra, la pietra rimane pietra e la goccia è solo acqua”.
Che, per chi non l’avesse intuito, è la versione soft del famoso slogan tanto caro a una certa destra: “Sul cadavere dei leoni festeggiano i cani, ma i leoni restano leoni, i cani restano cani”.
Non so a quali dei suoi nemici reali o dei suoi tanti nemici immaginari si riferisca, ma sarebbe ora che Giorgia Meloni realizzasse una cosa importante: il suo cerchio magico, quello che nella sua testa doveva proteggerla, è la sua più grande debolezza.
Per gestire la sua paranoia del nemico ha costruito questo muro di parenti e improbabili amici intorno a sé che presidiano stampa, ministeri e partito col risultato che la mediocrità altrui l’ha resa attaccabile su più fronti. Perché gli errori degli altri sono i suoi.
Antonio Ricci con quei fuori onda, in fondo, l’ha aiutata davvero. Di Giambruno si è potuta liberare come se non fosse colpa sua, ma ora resta un problema politico non da poco. Deve decidere come risolvere questa sua sempre più imbarazzante contraddizione tra la propaganda basata sulla storiella della famiglia tradizionale e la sua vita privata, perché le due cose faticano sempre di più a stare insieme.
Forse oggi ha scoperto che le famiglie non sono entità superiori ma nuclei incerti, spesso sgangherati, composti da esseri umani con i loro limiti, con le loro mancanze, le loro debolezze e che nessuno, da un pulpito, può sancire la superiorità di una composizione familiare o di un’idea di famiglia.
Da oggi sarà ancora più difficile, per lei, continuare a predicare dall’altare senza che la gente seduta in chiesa si sbellichi dalle risate.
(da Il Fatto Quotidiano)
Leave a Reply