LA RIFORMA CHE NON C’E’: TUTTI LA VOGLIONO, NESSUNO LA FA
LE TATTICHE (CONFUSE) DEI PARTITI PER SOPRAVVIVERE
Se avessimo una bozza, vorrebbe dire che sapremmo anche da che parte stiamo andando: non prevedo il futuro, non so cosa si diranno i leader politici domani (oggi, ndr) e dunque non sono in grado di fare previsioni”.
Lucio Malan, relatore per il Pdl insieme con Quagliariello nel Comitato ristretto che in Senato sta lavorando a una nuova legge elettorale più che pessimista appare realista. “Non poniamo limiti alla Provvidenza. La volontà politica di fare la legge c’è”.
Ma il punto è che ognuno ha la sua.
E per di più, ora che la questione nuovo sistema elettorale appare legata a elezioni in autunno nella prospettiva di un Monti bis rafforzato aumentano da una parte le variabili, dall’altra le resistenze.
“Niente, non c’è assolutamente niente”, Stefano Ceccanti, costituzionalista, senatore Pd non ammette repliche.
L’accordo non c’è e non ci sarà in tempi brevi e nessun testo sarà votato in una Camera entro il 10 agosto.
Difficile capire tra testi che circolano, spaccature interne a ogni partito, pressioni del Colle e calcoli politici dove finisce la tattica e dove inizia la strategia.
Dopo mesi di trattative formali e informali, con mediatori ufficiali e grandi tessitori un punto di caduta ci sarebbe pure: un sistema su base proporzionale (che favorisce la nascita di una grande coalizione) sbarramento al 5 per cento (che fa fuori le ali), premio di maggioranza.
Ma il nodo è se a questo punto di caduta si arriverà o no, perchè il nodo è politico.
“Come facciamo a fare un testo se non sappiamo se il premio è alla coalizione o al partito? E se ci sono i collegi o le preferenze? Ci sono troppe incognite”, dice ancora Malan.
Che spiega: “Sono i leader dei partiti che si devono mettere d’accordo”.
PARTITO DEMOCRATICO
“Volete sapere se c’è l’accordo nel Pd?”, la reazione comune alla domanda sullo stato della trattativa è indicativa.
Il Pd è diviso su chi vorrebbe le preferenze (Fioroni e Letta, innanzitutto) e chi proprio non le vuole (Franceschini). Per di più, tra chi non sarebbe così dispiaciuto ad andare al voto subito per arrivare a un Monti bis (l’ala montiana del partito) e chi, Bersani in primis, vuole arrivare ad aprile: non fosse altro per evitare una riforma elettorale che gli impedirebbe di fare il presidente del Consiglio.
“Noi non demordiamo dai nostri punti, che sono governabilità e scelta ai cittadini”, vanno diritti nello staff di Bersani.
La posizione (ufficiale) del partito è per i collegi uninominali e un premio di maggioranza al partito o alla coalizione.
Al limite, il partito accetterebbe pure una quota di preferenze. Bersani interpreta la riforma nel senso tedesco: è il leader del primo partito che poi fa il governo.
PDL
“Le elezioni possono accadere, ma non le voglio —dice Gaetano Quagliariello — significherebbe che la crisi aumenta ancor di più”.
Nel Pdl il voto non lo vuole praticamente nessuno: nessuno è in grado di prevedere la riuscita del partito.
Il Pdl ufficialmente vorrebbe un sistema proporzionale, con premio di maggioranza al partito o alla coalizione.
Non si può prescindere dal via libera al semipresidenzialismo, dichiara Maurizio Gasparri. A proposito di diritto di veto. “Non possiamo legare la riforma elettorale al voto — dice Quagliariello — quella va fatta comunque. E non è una cosa così semplice da fare adesso in meno di tre settimane”.
UDC
Preferenze e nessun premio di maggioranza. Almeno non al partito, ma eventualmente alla coalizione.
L’Udc vuole un Monti bis e vuole poter contare: non sarebbe contrario alle elezioni subito, visto che si identifica più degli altri nel partito del premier.
Ma sull’accordo per la legge “siamo in alto mare”, dice Roberto Rao.
IDV
“Andare al voto subito” è l’idea di Di Pietro. Che, lontano dai tavoli che contano e forse pure a rischio quorum, denuncia: “I balletti sulla legge elettorale nascondono “il vero obiettivo” di permettere “dopo le elezioni alleanze inconfessabili”.
LEGA
Voto subito. Roberto Calderoli ha pure presentato una proposta: non presa in considerazione, visti i precedenti. È lui l’autore del Porcellum.
MOVIMENTO 5 STELLE
La posizione di Grillo? I partiti vogliono cambiare il Porcellum solo per farlo fuori: “Stanno facendo una legge solo per farci fuori”.
Wanda Marra
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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