LA RIVOLTA DEGLI OFFESI
VOTO IN CANADA: CONTANO ANCORA I SENTIMENTI, LA DIGNITA’ E L’ORGOGLIO
«Proviamo un profondo senso di tradimento. Siamo offesi». Così Greg Fergus, presidente del Parlamento di Ottawa, parla dello sconquasso politico e psicologico che la volontà di annessione di Trump (incredibile ma vera, e più volte ribadita) ha provocato tra i canadesi. Offesi: un sentimento, non una valutazione economica, non un calcolo di convenienza.
I sentimenti sono un fattore molto sottovalutato, quando si parla di politica. A partire dalla paura, che è il più ricco giacimento di voti al mondo. Alla quale si affiancano, per fortuna, anche moti dell’animo più evoluti, meno primordiali. Tra questi ci sono la dignità, l’orgoglio, il bisogno di sentirsi rispettati (e di provare rispetto). I prepotenti, come Trump, sono così accecati dalla vanità che non mettono mai nel conto la reazione che il loro brutale arbitrio può suscitare.Nel caso del Canada, l’effetto Trump è stato clamoroso: ha ribaltato in poche settimane l’enorme vantaggio che il candidato populista (trumpiano quanto basta per diventare invotabile anche per molti elettori di destra) aveva su quello progressista.
Nel voto il peso dell’offesa ha influito enormemente. Più delle divisioni interne sull’economia e sull’immigrazione. Non tutto è convenienza e comodità, in politica. Vale molto anche sentirsi liberi e sentirsi rispettati. Questo dà qualche
speranza in più per un futuro meno nero.
(da repubblica.it)
Leave a Reply