LA SCOMMESSA ABRUZZO E’ PERSA, LA BRUTTA FIGURA E’ FATTA
ERA INUTILE FARE PROMESSE SAPENDO DI NON POTERLE MANTENERE… A FINE SETTEMBRE CASETTE SOLO PER 3.000 TERREMOTATI… ALTRI 11.000 SI SPERA ENTRO GENNAIO, LA META’ DI CHI OGGI STA IN TENDA… E ALTRI 50.000 RESTERANNO FUORI DAI GIOCHI
Facciamo una premessa doverosa: siamo convinti che nella gestione del terremoto abruzzese sia stato fatto, dal punto di vista organizzativo, tutto il possibile da parte della Protezione civile per assicurare agli sfollati una sistemazione decorosa.
Gli sfollati che sono oltre 52.000, di cui 20.000 negli alberghi, 23.000 nelle 140 tendopoli e 9.000 ospiti di parenti.
Detto questo, non possiamo non rimarcare l’errore di Berlusconi nel dichiarare che nessuna missione sarebbe stata impossibile per lui e che “tutti i terremotati a settembre avrebbero avuto un tetto”.
In una prima versione le casette prefabbricate sarebbero state tutte pronte i primi di settembre, poi solo 230 a metà settembre, ora solo forse qualche decina a fine settembre e il resto entro capodanno. Peccato che a settembre all’Aquila cominci a fare un freddo micidiale e il premier continui a parlare “di case arredate con le lenzuola nel letto e con il frigo pieno di viveri (champagne compreso) che saranno consegnate entro novembre “.
Lui sogna la casa di Barbie, ma Bertolaso qualche giorno fa ha ammesso che per togliere le tendopoli c’e’ solo una soluzione: una piccola parte nelle casette entro gennaio, molti altri che si facciano ospitare da parenti e amici e chi rimane si trovi una casa in affitto e la Protezione civile vedrà di pagargli un contributo di 500 euro.
Oddio sono cose che in buona parte gli sfollati avrebbero potuto fare anche prima da soli, se qualcuno non li avesse illusi con la ricostruzione da “mondo dei sogni”.
Che senso ha parlare di frigo pieni in casette da sogno quando la realtà è la seguente: a fine settembre, le Tv saranno convocate per mostrare il taglio del nastro e annunciare che i terremotati hanno una nuova casa come promesso.
Tremila persone con le chiavi in mano basteranno ad annunciare il ritorno alla normalità , cosi come l’apertura di 120 metri di corso Federico II un mese fa è servita ad annunciare “la riapertura del centro storico”.
Peccato che tutto il resto del Centro sia nello stesso stato del primo giorno.
La scommessa dell’Aquila è persa per un semplice motivo: le case prefabbricate potranno accogliere a fine settembre solo 3.000 persone, se va bene altre 11.000 entro capodanno, in ogni caso resteranno fuori in quasi 50.0.00.
Le aziende che hanno vinto gli appalti lavorano anche di notte, spesso non rispettando neanche la sicurezza degli operai, per mettere su le casette, ma si sono sballati troppi conti e dato spazio a farneticazioni narcisistiche.
Non c’è cummenda milanese del “faccio tutto io” che regga, in questi casi ci vuole realismo e non gente che va a raccontare quella dell’uva in giro.
Sono state fatte promesse sapendo che non sarebbero state mantenute, sia in termini di tempi di costruzione che economici.
Sono state ad esempio divise le case danneggiate in categorie: A per agibili, B per agibili con piccoli lavori, C e D per lavori di media importanza, E per completamente inagibili.
Le casette avrebbero dovuto essere assegnate a chi rientra nella categoria E.
Ma ora emerge una cosa ovvia: che neppure i 10.000 della categoria A rientrano nelle case agibili e non solo perchè le scosse continuano, come era stato peraltro previsto, ma anche perchè questa povera gente non ha più reddito e almeno in albergo i pasti sono sicuri, mentre a casa non mangerebbero, con la miseria che gli passa il governo: persino gli assegni di cassa integrazione non arrivano regolarmente.
Altro problema, gli affitti sono in mano a strozzini: un 70 mq, che prima in affitto si sarebbero pagati 500 euro, ora costa 1.500 euro, per 40mq chiedono 1.000 euro. E nessuno li mette in galera. Ora la protezione civile sta ipotizzando di requisire le case perchè altrimenti resterebbero le tendopoli e Berlusconi, come immagine, non se lo può permettere.
Poi ci sono case classificate B ( piccoli lavori per renderle agibili) che ora si scopre necessitano di un anno per sistemarle, altro che piccoli lavori.
Insomma un casino generale, tutto per non essere stati chiari e sinceri subito.
A settembre spariranno forse le tendopoli, ma su 53.000 terremotati, 50.000 saranno nella bratta come prima, anche se li sposteranno altrove per farli sparire alla vista e vendersi lo spot in Tv. Scusate, ma per noi questo è solo teatrino della politica, la politica vera è quella della chiarezza, dell’onestà e della sincerità .
Se qualcuno si accontenta delle palle, si accomodi pure al “frigo pieno e alle lenzuola fresche di bucato”.
Noi non abbiamo più nè l’età nè la voglia di farci prendere per il culo da nessuno.
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