QUEI SOGNI SPEZZATI DEI BAMBINI UCCISI DALLA VIOLENZA
LA SCRITTRICE INDIANA ANITA NAIR: “GLI ASSASSINI COLPISCONO L’INNOCENZA DEL MONDO, MOSTRANDO DI NON CONOSCERE DAVVERO IL CORANO”
Me lo immagino. Perchè è questo che faccio io: immagino storie. Lo vedo nella mia mente.
Un giorno di scuola come gli altri. Quelli del primo banco che seguono attenti, quelli dei banchi in fondo che cercano annoiati di nascondere i loro sbadigli.
Il ragazzino di 12 anni nell’angolo sta giocando con una fascetta di gomma e una pallina di carta. Da un’altra parte, una ragazza di 15 anni sta disegnando cuori e freccette sulla pagina posteriore del suo taccuino.
È innamorata di un ragazzo della sua classe, con le spalle larghe e un sorriso sfacciato, e spera che anche lui provi gli stessi sentimenti.
Chissà , forse questa sera finalmente guarderà dalla sua parte.
Un insegnante mentre corregge i compiti sta pensando alla telefonata che deve fare alla sua vecchia madre.
Un’altra sta progettando una cena di compleanno per il marito con cui è sposata da sei mesi mentre mostra agli studenti la soluzione di un problema di matematica alla lavagna.
Tutto è calmo, tutto è tranquillo, tutto va bene, finchè non entrano gli uomini, sbucati quasi dal nulla, sembra. I loro visi sono scoperti, le loro voci sono inespressive. Spari, grida e sangue. Una strage.
Ma stanotte non ho bisogno di immaginarlo. È successo veramente.
In una scuola di Peshawar, in Pakistan, dove sono state massacrate a sangue freddo 145 persone, in maggioranza studenti fra i 12 e i 16 anni.
La vita non sarà mai più la stessa. Per i feriti e per le famiglie dei bambini e degli adulti morti. Per ognuno di noi.
A volte mi chiedo se la profezia del profeta Geremia («Una voce si ode da Rama, lamento e pianto amaro: Rachele piange i suoi figli, rifiuta d’essere consolata, perchè non sono più», Geremia 31: 15) si riferisse soltanto a Erode e al suo ordine di uccidere tutti i bambini di Betlemme e dintorni.
L’aria si riempie di singhiozzi e lutto quando vengono strappate vite innocenti, e tutto in nome della fede.
Tristemente, gli artefici di questa raccapricciante guerra contro la vita sono in gran parte dell’Islam, e inducono il resto del mondo a interrogarsi su una religione che sembra propagare il terrorismo.
E inducono me a domandarmi se questi macellai abbiano anche solo mai letto il Corano.
Perchè il Corano dice in modo forte e chiaro che chiunque «ucciderà una persona senza che questa abbia ucciso un’altra o portato la corruzione sulla terra, è come se avesse ucciso l’umanità intera, e chiunque avrà vivificato una persona sarà come se avesse dato vita all’umanità intera» (sura V: 32).
Ditemi, Taliban, ditemi, tutti voi fondamentalisti islamici, in che modo, nel vostro distorto sistema di giustizia, potete accusare dei bambini di aver ucciso altre persone o portato corruzione sulla terra?
Quale sura del Corano autorizza ad ammazzare bambini?
Quale detto del profeta esorta a farlo?
Al contrario: Abu Bakr al-Siddiq, il primo califfo, dava queste istruzioni ai suoi eserciti: «Vi istruisco in dieci materie: non uccidete donne, bambini, vecchi o infermi; non tagliate alberi che producono frutti; non distruggete nessuna città …» (dal Libro del Jihad).
I bambini non sanno che cosa santifica o proibisce la religione.
I bambini non sanno che cos’è il governo, o che cosa sono i confini.
I bambini non progettano strategie di guerra o operazioni militari.
I bambini non sono responsabili di quello che fa una terra o gli adulti di quella terra.
I bambini sono la nostra speranza per il domani.
E allora come potete, voi che combattete guerre di religione, convivere con la consapevolezza di aver preso la vita a dei bambini?
Loro che sono il cuore del futuro, perchè devono pagare il prezzo del presente e del passato?
Dimenticatevi la Janna, nessuna delle otto porte del vostro paradiso, nemmeno la Baab al-Jihad, si aprirà per voi.
Perchè come si può condurre un jihad contro dei bambini? Perchè le vostre mani sono macchiate del sangue degli innocenti e la vostra anima è contaminata da un male che non potrà mai essere cancellato.
Immaginate l’insensatezza della vostra esistenza se il paradiso in cui credete non ha posto per voi.
Immaginate le lacrime di madri e padri dei feriti e dei morti.
Immaginate un mondo senza bambini… e sappiate che siete stati voi a crearlo.
Purtroppo noi non dobbiamo più immaginare nulla: l’umanità finisce così, nella tragica realtà di una scuola pachistana.
Anita Nair
(da “La Repubblica“)
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