LA TELEFONATA PERICOLOSA DEL PREMIER: PALAZZO CHIGI AVEVA CHIAMATO LA QUESTURA PER FAR RILASCIARE LA MAROCCHINA
LA TELEFONATA NON E’ STATA SMENTITA E GETTA UN’OMBRA POLITICA SU UNA VICENDA CHE METTE A RISCHIO ANCHE LA TENUTA DEL GOVERNO… COME IL FATTO CHE GLI INDAGATI SIANO TUTTI DELL’ENTOURAGE DEL PREMIER
Le «indagini difensive» dell’avvocato Niccolò Ghedini e quelle della Procura, come ribadito ancora ieri dal procuratore Bruti Liberati, convergono su un unico punto: Silvio Berlusconi non è nè può essere indagato per eventuali serate a «luci rosse» trascorse ad Arcore in compagnia anche di una minorenne.
La convergenza però finisce qui.
Perchè per il resto, a partire dalla presenza o no di ragazze di facili costumi alle feste di Villa San Martino per finire con la telefonata fatta alla Questura di Milano dalla presidenza del Consiglio per far rilasciare «Ruby», la minorenne protagonista del nuovo scandalo e che nel maggio scorso era stata fermata per furto aggravato, la divergenza è totale.
La vicenda della telefonata per altro è oggetto di grande attenzione da parte degli inquirenti perchè non solo rappresenta una sorta di cartina di tornasole dei racconti di «Ruby», ma potrebbe anche configurare un reato di abuso d’ufficio.
Ma se il Cavaliere viene «salvato» dall’unico reato che campeggia finora sul fascicolo d’inchiesta, ovvero favoreggiamento della prostituzione, così non è per due big della televisione che avrebbero animato le serate nella villa del premier.
Perchè nell’inchiesta, oltre all’impresario Lele Mora – già finito nel mirino e poi prosciolto per ipotesi simili nell’inchiesta su Vallettopoli – spunta il nome di Emilio Fede, il direttore del Tg4, e, per finire, quello di Nicole Minetti, diventata famosa per essere stata l’igienista dentale del Cavaliere che, rimastone folgorato, la candidò e la fece eleggere al Consiglio regionale della Lombardia.
Sono questi tre personaggi, per ora, a essere stati iscritti sul registro degli indagati in seguito ai racconti di «Ruby», la diciassettenne di origini marocchine, fuggita dalla Sicilia due anni fa per tentare la fortuna nel rutilante mondo delle discoteche e che ha riempito diversi verbali, come testimone, su un paio di serate, forse tre (la prima il 14 febbraio scorso, San Valentino, la seconda un mese dopo, la terza poco dopo ancora) in compagnia del premier.
Una «ragazza immagine», secondo la definizione più benevola, una «escort» secondo la procura, che sarebbe stata introdotta ad Arcore prima grazie alle attenzioni di Lele Mora e poi grazie ai passaggi in auto di Emilio Fede, con il viatico della Minetti.
E sono state proprio queste circostanze a far scattare il reato di «favoreggiamento» della prostituzione. Ma non minorile.
Il che significa che a fornire eventuali prestazioni sessuali non sarebbe stata tanto Ruby, che compirà 18 anni tra due giorni e che ha negato anche a verbale di avere avuto rapporti con chicchessia durante le feste di Arcore, quanto altre «amiche» sempre della cosiddetta «scuderia» di Lele Mora, contattate talvolta da Fede e talvolta da Nicole Minetti.
«Ospiti» disinibite di cui ha parlato «Ruby», finite in mezzo a un catalogo vario di personaggi: da celebri conduttrici televisive, a star in ascesa, a veline in carriera, fino a due ministre.
Tutte omaggiate, sostiene «Ruby», di vari regalini: a lei in particolare un abito bianco e nero di Valentino con cristalli di Swarovski, «regalato da Silvio».
Ma successivamente i regali si sarebbero fatti più importanti, fino a ricevere una Audi del valore di oltre 100 mila euro, sebbene la procura sia piuttosto scettica sull’esistenza di somme così importanti.
La seconda volta, preavvisata da Mora, «Ruby» si sarebbe fermata ad Arcore anche per la notte partecipando, come spettatrice, a uno strano gioco che alla villa veniva chiamato «bunga bunga» (titolo di una vecchia barzelletta) e dove Berlusconi sarebbe stato l’unico maschio presente.
La terza volta, infine, si sarebbe trattato di una cena cui avrebbero partecipato anche Daniela Santanchè, George Clooney ed Elisabetta Canalis. In quest’ultima occasione, ha raccontato la giovane, Berlusconi le avrebbe raccomandato di farsi passare per una «nipote di Mubarak», il presidente egiziano, per potere così giustificare il suo nuovo tenore di vita.
E sarà proprio sostenendo che in Questura si trovava «la nipote di Mubarak» che dalla presidenza del Consiglio il 9 maggio scorso arriverà la telefonata notturna per far rilasciare Ruby, denunciata da un’altra ragazza per un furto di 3000 euro.
Fin qui il racconto della giovane. Ma cosa c’è di vero in tutto ciò? Secondo la difesa Ghedini «un bel niente».
E ieri già sono arrivate alcune smentite: dagli indagati in primis, come Fede e Mora, e poi da alcuni ospiti, come Daniela Santanchè o lo stesso Clooney.
La Procura sa bene di muoversi su un terreno scivoloso.
Ma a differenza di Ghedini, secondo gli inquirenti alcuni riscontri ci sono già . Non solo in qualche interrogatorio delle altre «ospiti» di Arcore, che hanno confermato l’espressione gergale del «bunga bunga» ma anche nei regali ricevuti da Ruby e perfino dal suo cellulare, la cui cella satellitare, la sera di San Valentino, era posizionata ad Arcore.
Paolo Colonnello
(da “la Stampa“)
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