L’ALLARME DELLA CARITAS: “IL SISTEMA DI WELFARE E’ INCAPACE DI FARSI CARICO DELLE NUOVE POVERTA'”
RAPPORTO POVERTA’: LA DISPERSIONE DI MISURE ECONOMICHE, I RITARDI E I TAGLI RENDONO IMPOSSIBILE LA FRUIZIONE TEMPESTIVA DEI SERVIZI
Dispersione delle misure economiche, ritardi nell’attivazione delle stesse e un progressivo restringimento delle disponibilità finanziarie nel settore socio-assistenziale: sono questi alcuni dei fattori che secondo la Caritas Italiana sottolineano “l’evidente incapacità dell’attuale sistema di welfare a farsi carico delle nuove forme di povertà , delle nuove emergenze sociali derivanti dalla crisi economico-finanziaria”. Secondo il Rapporto sulla povertà 2012, infatti, l’attuale sistema di welfare è un “percorso a ostacoli, dotato di irrazionale logica, in cui la presenza di barriere e veti incrociati rende quasi impossibile l’esigibilità dei diritti e la fruizione tempestiva del servizio, anche in presenza di oggettive situazioni di bisogno”.
Un sistema caratterizzato da diversi limiti.
Primo fra tutti quello della “dispersione delle misure economiche su un gran numero di provvedimenti nazionali, regionali, locali, gestiti da enti e organismi di diversa natura, al di fuori da qualsiasi tipo di regia e coordinamento complessivo”.
Ulteriore ostacolo è “l’estremo ritardo con cui vengono attivate le misure di sostegno economico, soprattutto quelle legate alla perdita del lavoro e alla perdita di autonomia psico-fisica”.
A non permettere risposte efficaci anche l’estrema varietà nella definizione del livello di reddito della famiglia, necessario per poter usufruire di determinate prestazioni, spesso calcolato sulle condizioni socio-economiche dell’anno precedente e la varietà di soglie e i criteri di accesso alle varie opportunità assistenziali che spesso creano “vicoli ciechi spesso difficili da prevedere all’avvio dell’iter di richiesta della misura”. Infine, preoccupa, “il progressivo restringimento delle disponibilità finanziarie nel settore socio-assistenziale” che secondo quanto afferma il rapporto della Caritas “sta determinando la chiusura o la negazione repentina dei diritti ad una serie di fasce sociali che, fino a poco tempo prima, erano state beneficiarie dell’intervento”.
(da “il Redattore Sociale“)
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