LAMPEDUSA: 530 BAMBINI SOLI E IN CONDIZIONI IGIENICHE E PSICOLOGICHE PRECARIE
BEN 250 NON HANNO ALCUN ADULTO CON IL QUALE STARE: SISTEMATI TUTTI A “CASA MARINA” CON DUE BAGNI E SENZA DOCCIA A DISPOSIZIONE…LA DENUNCIA DEGLI OPERATORI: “PORTATELI IN STRUTTURE ADEGUATE, BASTA FARE FINTA DI NULLA”
C’è un’altra urgenza da affrontare a Lampedusa: quella del trasferimento immediato dei bambini non accompagnati sbarcati nell’isola.
Le loro condizioni igieniche e psicologiche impongono alle pubblica autorità di non rinviare ulteriormente soluzioni adeguate.
“Save The Children” , con i suoi 5 operatori del Progetto Presidium e “Medici Senza Frontiere” sono a Lampedusa, con 8 cooperanti, con un medico e un’infermiera, a supporto dell’autorità sanitaria locale, per fronteggiare una situazione ormai davvero disperata.
“Portateli via prima possibile”, continuano a ripetere.
“I minori non accompagnati attualmente ancora a Lampedusa – dice Raffaella Milano, Responsabile Programmi Italia-Europa di Save the children – debbono essere immediatamente trasferiti perchè le condizioni generali in cui si trovano sono ormai inaccettabili. La struttura che è stata destinata loro, l’area marina protetta, è inadeguata e di ora in ora le condizioni si fanno più critiche, dal punto di vista igienico e dell’accoglienza in genere”.
Sono arrivati 530 minori da soli.
L’Ong ricorda che dall’inizio dell’intensificarsi degli arrivi di migranti tunisini, il 10 febbraio scorso, sono oltre 530 i minori, per la grande maggioranza non accompagnati, giunti a Lampedusa.
Di questi 283 sono stati collocati nelle comunità d’accoglienza per minori in Sicilia.
“Sono oltre 250 i minori non accompagnati ancora fermi a Lampedusa e molti lo sono da molti giorni, in una condizione che non garantisce standard minimi d’accoglienza. Ricordiamo – prosegue Raffaella Milano – che secondo la legislazione italiana i minori non accompagnati non possono essere espulsi e c’è l’obbligo per il paese d’accoglienza di farsene carico”.
L’èquipe di MSF è pronta per distribuire, già da domani nell’ora in cui verrà distribuito il pranzo sul molo commerciale di Lampedusa, 2500 coperte, altrettanti asciugamani e saponette.
Le persone sbarcate sull’isola vivono infatti da una decina di giorni sul selciato del porto dove attraggano anche le navi e le barche degli immigrati. Dormono lì, all’aperto e, potendo contare solo di due bagni chimici, le loro condizioni igieniche hanno superato di gran lunga il limite del sopportabile.
In media hanno 16 anni, i più piccoli 11.
Alcuni di loro hanno perso i genitori a Tunisi, altri sono fuggiti dalle città turistiche perchè il loro lavoro non serviva più.
Mentre i lampedusani non hanno fatto mancare loro solidarietà , invitando i propri bambini a giocare a pallone insieme a loro, il governo pare far finta di non vedere questa emergenza e di non conoscere la Convenzione per i diritti dell’infanzia dell’Onu che avrebbe imposto un loro immediato trasferimento in strutture adeguate.
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