L’ARMA DA FINE DEL MONDO DELL’UE: TASSARE LE BIG TECH IMPORRE CONTRO-DAZI A GOOGLE, AMAZON, NETFLIX
LA PRIMA RISPOSTA ARRIVERÀ CON LE TARIFFE SU ALLUMINIO E ACCIAIO (26 MILIARDI DI EURO), POI L’UE SI DÀ TEMPO DUE MESI PER PROSEGUIRE
Donald Trump sta provocando il «caos» nel mondo. E l’Europa è pronta a «rispondere» senza rinunciare al negoziato. Ursula von der Leyen e i leader del Vecchio Continente replicano al presidente americano. L’Ue mette in campo i primi contro-dazi, che scatteranno su acciaio e alluminio da metà aprile. Per tutti gli altri la Commissione prende tempo, da quattro a otto settimane.
Il tempo utile per verificare se la Casa Bianca è pronta a trattare. E l’Unione propone da tempo di azzerare totalmente i dazi reciproci.
Ma l’esecutivo europeo ha bisogno di rallentare per fare i conti anche con i dissensi interni. Perché alcuni Paesi, in primo luogo Italia e Polonia, non vogliono ribattere a Washington con altre tariffe, con l’obiettivo di evitare una escalation
Questi due mesi possono servire anche ad affilare l’arma monetaria. La guerra dei dazi, infatti, potrebbe diventare anche quella dei tassi. È già partito il pressing sulla Bce per accelerare sul taglio degli interessi. In questo caso, non è solo l’Italia a spingere in questa direzione, ma anche la Francia.
L’idea è svalutare l’euro per compensare in parte i dazi imposti dagli Usa e facilitare l’export. A Palazzo Berlaymont sospettano che la stessa tattica sia seguita dall’Amministrazione statunitense: ridurre la quotazione del dollaro per esportare di più.
Appunto i prossimi sessanta giorni saranno utilizzati a studiare tutte le contromisure «se i negoziati fallissero ». In qual caso si arriverà anche a tassare le “Big Tech” americane (Google, Amazon, X, Netflix etc) e i servizi che forniscono (il settore in cui gli Usa hanno un saldo commerciale positivo). Ma si tratta di una extrema ratio.
Il tempo serve soprattutto a comporre le posizioni tuttora divergenti tra i 27. Se Roma e Varsavia invitano alla prudenza (l’Italia chiede anche di eliminare motocicli, alcolici, cosmetica e gioielleria dai futuri beni “daziati”), la Francia tira dritto.
Macron addirittura ha chiesto alle aziende transalpine di sospendere gli investimenti in Usa. La Germania si posiziona su una linea intermedia. I dazi sono «fondamentalmente sbagliati – ha detto il Cancelliere uscente, Olaf Scholz – e bisogna rispondere in modo unito, forte e appropriato», ma «siamo a disposizione per discutere ed evitare una guerra commerciale».
(da agenzie)
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