LASER SU SCHMEICHEL DURANTE IL RIGORE, UEFA APRE PROCEDIMENTO CONTRO L’INGHILTERRA
NON BASTAVANO I FISCHI ALL’INNO DANESE, UN RIGORE REGALATO E GLI INSULTI ALLA BAMBINA TEDESCA: GLI INGLESI DEVONO SEMPRE FARSI RICONOSCERE
Mentre era impegnato a parare il calcio di rigore della squadra avversaria, il portiere danese Kasper Schmeichel sarebbe stato puntato da un fastidioso laser proveniente dalla tribuna inglese.
È questa una delle accuse per cui, dopo la semifinale degli Europei di calcio tra Inghilterra e Danimarca disputata nella serata di ieri, 7 luglio, l’Uefa ha ufficialmente aperto un procedimento contro gli inglesi vincitori del match.
Il rigore inventato battuto nei tempi supplementari da Harry Kane, ha deciso la semifinale escludendo definitivamente dalla competizione gli undici di Kasper Hjulmand.
Alcuni sostenitori inglesi dalle tribune hanno cercato di ostacolare il portiere della squadra avversaria proprio nel momento in cui Kane si apprestava a calciare il pallone. Il gesto di grande scorrettezza nasconde un’ulteriore irregolarità avvenuta a monte: negli stadi è totalmente vietato anche solo portare con sé un puntatore laser.
Tra le accuse elencate dall’Uefa si sono aggiunti anche i fischi all’inno nazionale danese fatti dai tifosi inglesi a inizio partita e l’accensione di fuochi all’interno dello stadio di Wembley. Il caso del procedimento aperto contro l’Inghilterra ora sarà trattato dall’Organo di Controllo, Etica e Disciplina dell’Uefa.
Già pochi giorni fa, in occasione dello scontro agli ottavi di finale tra Inghilterra e Germania, la tifoseria inglese aveva dato pessima prova di sportività.
Le immagini di una giovanissima tifosa tedesca in lacrime per la sconfitta della sua squadra del cuore avevano fatto presto il giro del mondo attirando la cattiveria dei sostenitori dell’Inghilterra. «Piangi piccola nazista» è solo uno dei commenti comparsi sul web.
E ancora: «Mai nella mia vita sono stato più orgoglioso di essere inglese come quando ho sentito un pub pieno di gente scoppiare in applausi dopo aver visto una ragazzina tedesca di 10 anni piangere tra la folla».
(da agenzie)
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