LE FORZE DELL’ORDINE SONO DAVVERO POCHE IN ITALIA? I NUMERI SMONTANO IL LUOGO COMUNE, SIAMO AL TOP IN EUROPA
DOSSIER OSSERVATORIO COTTARELLI: I NOSTRI AGENTI SONO PIU’ CHE IN ALTRI PAESI EUROPEI E L’INCIDENZA DELLA SPESA SUL PIL E’ ALTA
Le forze di polizia italiane – intese come l’insieme dei quattro corpi di Carabinieri, Polizia, Penitenziaria e Gdf – sono davvero impegnate in una lotta sproporzionata contro il crimine?
Ed è vero che negli altri Paesi si investono molte più risorse per questi capitoli, garantendo ai cittadini un dispiego di forze a presidio del territorio ben maggiore?
Le cose, viste con l’occhio dei numeri, non vanno esattamente come il senso comune – in molti casi alimentato dalle dichiarazioni politiche che ciclicamente emergono sul tema – sembra suggerire.
A fare i conti sul nostro settore della sicurezza è stato l’Osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica di Milano, guidato da Carlo Cottarelli in questi giorni grazie di assunzioni straordinarie in aggiunta al normale turnover.
In uno studio siglato dai ricercatori Stefano Oliveri e Fabio Angei, si scopre infatti che il numero di appartenenti alle forze di polizia ogni 100 mila abitanti è ancora tra i più alti in Europa.
Nel 2017 – quindi dopo la riforma Madia che ha fatto passare i Forestali sotto i Carabinieri, riducendo da cinque a quattro i corpi statali – si contavano circa 306mila unità .
Un rapporto tra personale delle forze dell’ordine e popolazione da primato in Europa: su 35 Paesi considerati, l’Italia occupa l’ottava posizione, con 453 unità ogni 100mila abitanti contro una media europea di 355.
I principali paesi europei paragonabili all’Italia si trovano a valori nettamente più bassi: il Regno Unito a 211, la Francia a 320, la Spagna a 361 e 297 la Germania.
Se anche si volesse tenere in considerazione la diversa presenza di reati da combattere, l’Italia non sembrerebbe a corto di forze: abbiamo l’11,7 per cento di reati per 100 mila abitanti in più della media Ue, mentre il numero del personale della forze dell’ordine supera la media del 27,6 per cento.
Anche la spesa di 1,3 punti percentuali di Pil è ben sopra la media (0,9 per cento) continentale.
Insomma, a fronte di questi numeri la riorganizzazione invocata dalla Madia procede per ora a rilento.
“Tuttavia, i potenziali risparmi emergenti dalla riforma sono limitati (meno di 60 milioni a regime su una spesa di circa 22,6 miliardi)”, dicono i ricercatori e la riforma stessa “sta procedendo lentamente”.
Ad esempio, è probabile “che ancora per diversi anni troveremo stazioni di Polizia di Stato e di Carabinieri contigue o località , anche di dimensioni contenute, in cui sono presenti tutti gli altri corpi”.
Uno dei “temi caldi” del dibattito politico è se il personale delle forze dell’ordine debba essere aumentato, cosa che sta parzialmente avvenendo in questi giorni grazie ad alcune assunzioni straordinarie in aggiunta al normale turnover.
Tuttavia, il numero di appartenenti alle forze di polizia ogni 100 mila abitanti è ancora tra i più alti in Europa.
Nel 2017 i quattro restanti corpi di polizia occupavano complessivamente circa 306mila unità (contro le circa 312mila del 2015, anno della riforma Madia), di cui 96.891 nella Polizia di Stato, 110.779 nei Carabinieri, 38.136 nella Polizia Penitenziaria e 60.069 nella Guardia di Finanza
La spesa per “servizi di polizia” era di circa 22,6 miliardi di euro nel 2017 (circa 1,3 punti percentuali di Pil),[5] ben al di sopra della media europea (0,9 per cento del Pil). Tra i maggiori paesi europei, solo la Spagna presentava nel 2017 un valore di spesa simile all’Italia (1,2 per cento di Pil).
Si noti che, tenendo conto del maggior peso degli interessi sul debito pubblico e di altre rigidità presenti nel bilancio italiano (l’elevato peso della spesa per pensioni), a parità delle altre condizioni, la spesa per servizi di polizia dovrebbe casomai risultare più bassa di quelle della media europea, a meno di non voler mantenere in Italia tasse più elevate che nel resto d’Europa per sostenere una maggiore spesa pubblica.
Il maggior numero del personale delle forze dell’ordine riscontrato in Italia sembra dovuto solo in parte, almeno a prima vista, dal maggior numero di reati con rilevanza penale.[6] Infatti, in Italia nel 2017 sono stati registrati dalle forze di polizia circa 2.564 reati ogni 100mila abitanti, l’11,7 per cento in più rispetto alla media dei Paesi presi in esame. Questo scostamento è molto inferiore a quello registrato per il numero del personale delle forze dell’ordine (27,6 per cento)
Questi dati suggeriscono probabilmente, nonostante siano sicuramente necessarie analisi più approfondite, che non abbiamo pochi poliziotti, che non spendiamo troppo poco e che i tassi di criminalità in Italia non sono così più alti degli altri paesi europei da giustificare un aumento della spesa per le forze di polizia.
(da agenzie)
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