L’ESERCITO DEGLI SCONTENTI DELLA FASE 2: VESCOVI, CONFINDUSTRIA, RENZI ED ENTI LOCALI
OVVIAMENTE TUTTI VOLEVANO APRIRE DI PIU’: CHI LE FABBRICHE, CHI LE MESSE, CHI “IL PAESE”… SENZA CAPIRE CHE RIAPRIREBBERO SOLO LE SALE DI RIANIMAZIONE CON NUOVI CONTAGIATI… GIUSTE LE OSSERVAZIONI DI DECARO E DELLA RAGGI: “MANCANO REGOLE PER I TRASPORTI PUBBLICI”
A dare la cifra di quanto siano ore difficile e a testimoniare come ancora non c’è una piena concordia tra Governo ed enti locali è Antonio Decaro, il presidente dell’Anci. Quando finisce l’ennesima cabina di regia il primo cittadino di Bari si ferma a riflettere: “In realtà ci aspettavamo di più”.
Succede che nel corso della task force sulla riapertura del 4 maggio il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si ritrova davanti a sè alcuni amministratori che rumoreggiano.
Al termine parte la batteria di dichiarazioni fuoco di Italia Viva, che lamenta il complessivo eccesso di prudenza del Governo.
Malumori espressi esplicitamente anche dalla Cei, per il divieto confermato di dire messa, a cui si unisce anche il dem Andrea Marcucci. Anche Confindustria scalpita, lamentando la nebulosa sul “come” ripartire.
Il confronto nella cabina di regia è piuttosto rapido, rispetto alle aspettative della vigilia, per consentire a Giuseppe Conte di rispondere al pressing accelerando l’annuncio della Fase 2 agli italiani, come spesso è accaduto nell’orario dei telegiornali.
Se questo è il clima quando tutto spengono il collegamento Skype o Zoom, nel corso della videoconferenza il sentiment non è dissimile.
Raccontano che un certo punto della reunion Decaro, accompagnato anche dai governatori, alza la mano e dice: “Chiedo a nomi di tutti i sindaci le linee guida per il trasporto pubblico perchè in tutto il Paese si metteranno in moto 2 milioni e 700 mila persone per andare a lavorare. Quelle persone avranno bisogno di sapere come si devono spostare perchè non potremo utilizzare gli autobus a pieno carico. Abbiamo la necessità di capire quali sono le modalità di utilizzo del trasporto pubblico sulla base delle indicazioni che arriveranno dalle autorità sanitarie nazionali”.
Dall’altra parte l’avvocato del popolo replica ma rimanda la palla agli esperti: “E’ una valutazione che stiamo facendo con il comitato tecnico scientifico”.
Le lamentele non finiscono qui con il duo Raggi-Decaro che insiste: “Ma se aumentano le deroghe, introducendo la possibilità di incontrare i parenti, noi sindaci come faremo con i controlli?”.
Per non parlare delle critiche che giungono da Italia Viva. Al mattino quando Teresa Bellanova si è seduta al tavolo con i capidelegazione di maggioranza, la pasionaria del renzismo ha battuta i pugni davanti al presidente del Consiglio. Ci sono momenti di alta tensione. “Bisogna riaprire il Paese, bisogna celebrare le funzioni religiose”.
Al termine arriva la critica forte della Cei, che ribadisce l’autonomia della Chiesa. I vescovi mettono nero su bianco il loro malumore: “I vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto” affermano, e sono parole che pesano soprattutto per chi come Giuseppe Conte ha da sempre cercato un rapporto stretto con il Vaticano.
“Alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico si richiama il dovere di distinguere tra la loro responsabilità , dare indicazioni precise di carattere sanitario, e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia”.
Concorda la ministra Bonetti: “Non posso tacere di fronte alla decisione incomprensibile di non concedere la possibilità di celebrare funzioni religiose. Da ministra non mancherà la mia voce ferma perchè nel Consiglio dei Ministri si consideri di modificare questa decisione”.
(da agenzie)
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