L’ESTREMA DESTRA IN EUROPA SI SPACCA IN QUATTRO: DOPO IL GRAN RIFIUTO DI ENTRARE IN ECR, VIKTOR ORBAN SI FA IL SUO GRUPPO “VISEGRAD” INSIEME ALLO SLOVACCO ROBERT FICO, ALLA DESTRA SLOVENA, AL CECO BABIS E AI BULGARI DI VAZRAZHDANE
ANCHE I NAZISTELLI DI AFD STANNO COSTRUENDO UNA FORMAZIONE CHE CHIAMERANNO, CON UNO SFORZO DI FANTASIA, “SOVRANISTI”… MELONI ATTENDE OGGI A ROMA IL “VIKTATOR” UNGHERESE, MA IL SOGNO DI UNIRE LE DESTRE È SFUMATO
La mano di Putin sull’Europa stende la sua ombra sull’organizzazione interna delle forze politiche presenti nel Parlamento europeo. C’è infatti la concreta possibilità che nascano altri due nuovi gruppi di eurodeputati schierati all’estrema destra e soprattutto totalmente fedeli al Cremlino.
Con uno sguardo allo Zar russo e un altro verso Washington, ossia verso la eventuale vittoria nelle presidenziali del prossimo novembre di Donald Trump. Ma con un effetto plateale: la parcellizzazione della galassia sovranista reazionaria
A organizzare il primo, come al solito, è il premier ungherese Viktor Orbán che sta rispolverando il vecchio progetto dell’alleanza di Visegrad, quel modello che metteva insieme molti dei Paesi dell’Est europeo, con una certa nostalgia dell’“ombrello” russo e con una predilezione per le teorie dell’estrema destra, in particolare sui migranti.
Il leader magiaro punta dunque ad una componente che risponda direttamente a lui. E che poi tratti di volta in volta con l’Ecr di Meloni. Fidesz, il partito di Orbán, alle ultime elezioni europee non ha conseguito un buon risultato, ha ridotto il consenso rispetto alle precedenti politiche ma ha comunque mandato a Strasburgo 11 eurodeputati. Cifra da tenere presente perché per costituire un gruppo sono necessari 23 componenti che rappresentino almeno 7 Stati membri.
Al fianco del leader magiaro si sono già schierati gli sloveni del Partito Democratico (Sds), che a dispetto del nome appartiene al fronte della destra radicale. L’Sds ha ottenuto quattro seggi con il 30% delle preferenze. Nell’orbita “orbaniana” entrerebbero poi gli slovacchi del Partito Smer, quello del primo ministro Fico, con 5 deputati. E quindi i bulgari di Vazrazhdane con 3 seggi. Già così la soglia dei 23 è raggiunta. A questi si aggiunge l’ex premier Ceco Babis. La ricerca poi si indirizza su alcuni singoli nazionalisti. E di fatto anche il quorum dei 7 Paesi è raggiunto.
Ma poi c’è la svolta ancora più destrorsa. Centrata sui neonazisti tedeschi di Afd. Già espulsi perfino da ID (identità e Democrazia), il gruppo di Le Pen e Salvini, per le loro teorie, il secondo partito di Germania ha in mente di formare un nuovo gruppo – sarebbe appunto il quarto dell’ultradestra – e di chiamarlo con un nome in gran voga: “I Sovranisti”.
E contende a Orbán l’adesione di alcuni deputati della destra estrema come i bulgari di Vazrazhdane. Afd conta ben 15 eletti a Strasburgo. Si tratterebbe di arrivare a quota 23. Giovedì è previsto un incontro a Bruxelles per verificare tutte la praticabilità di questa neoformazione.
E nel disegno ci sarebbe i rumeni di Sos con due deputati, gli spagnoli di “Se Acabò la Fiesta” con tre, i greci di Niki (altro partito longa manus di Putin) con due, i polacchi di Confederatia (a destra del Pis) con 6, il parlamentare slovacco di Hnutie Republika e l’ungherese di Mi Hazank Mozgalom. Il circo dell’estrema destra più feroce, nazionalista e razzista.
In gioco non ci sono solo questioni politiche ma anche economiche. I gruppi ricevono tanti finanziamenti dal Parlamento europeo, diversi milioni per legislatura. E nessuno vuole lasciare le chiavi della cassaforte a Meloni o Le Pen. In questo modo svanisce il sogno di costituire un “supergruppo” di destra cui aspirava anche la premier italiana. E l’inquilina di Palazzo Chigi proverà ancora oggi a evitare la quadrupla spaccatura. Sta facendo buon viso a cattiva sorte cogliendo qualche aspetto positivo. In primo luogo allontanare il sospetto di poter essere associata al “putinismo” di Orbán. Pericolo che comprometterebbe l’unica vera bussola di Fdi in politica estera durante questi due anni, l’atlantismo.
E poi potrebbe marcare l’idea che i Conservatori essere definiti di estrema destra visto che alla loro destra ci sono altri due gruppi. Ma è solo una autoassoluzione. Resta il fatto che i sovranisti stanno perdendo la prova dell’unità e presentandosi così divisi non rappresentano nemmeno potenzialmente una alternativa.
(da La Repubblica)
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