“L’IMPORTANTE È CHE QUESTI FIGLI DI PUTTANA SMETTANO DI RESPIRARE” – LUIGI ANTONIO PENNELLI, IL 23ENNE NAZISTELLO BARESE ARRESTATO BERCIAVA CONTRO LILIANA SEGRE E I MIGRANTI DI LAMPEDUSA
STAVA COSTRUENDO UNA CELLULA ITALIANA DELL’ORGANIZZAZIONE SUPREMATISTA BIANCA AMERICANA “THE BASE” … I SUOI MODELLI: IL TERRORISTA LUCA TRAINI E ANDERS BREIVIK CHE UCCISE 77 PERSONE SULL’ISOLA DI UTOYA
«Pronto al sacrificio estremo per la razza bianca». Un lupo solitario che, in Italia, stava costituendo una cellula dell’organizzazione terroristica suprematista americana “The Base”. La stessa a cui il 23enne pugliese, residente a Sammichele di Bari, apparteneva.
E ora Luigi Antonio Pennelli deve rispondere di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale e di propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. In un video, anche minacce di morte alla senatrice Liliana Segre.
Si faceva chiamare «Il Comandante della Base» e reclutava aspiranti seguaci presentandosi come unico referente del movimento. Traduceva in italiano il materiale propagandistico e aveva già 3-4 adepti: l’attività era organizzata sul web, proprio in quel mondo sommerso dove lui stesso si era radicalizzato.
Usava anche Telegram, WhatsApp e Tik Tok. «È giunto il momento di fare il nostro lavoro. Procurarsi un’arma da fuoco oggi è davvero facile. L’importante è che questi figli di p… smettano di respirare». Firmato “Fronte armato Hitleriano”. E poi l’invito a «risanare la purezza della stirpe» inondando l’Universo «con un fiume di sangue».
E, in una chat con messaggi non riferibili all’indagato, si leggerebbe anche di un appuntamento a Roma per la giornata di oggi. Le indagini della Digos di Bari e dell’Ucigos sono partite l’anno scorso dopo un monitoraggio dell’Aise, il sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. E, nelle ultime ore, è scattato l’arresto del giovane, su richiesta della procura.
Per il giudice che ha firmato l’ordinanza «il giudizio di pericolosità non può che essere massimo». I sospetti sono emersi nel corso del monitoraggio degli ambienti virtuali suprematisti e di estrema destra che risultano collegati al canale “Sieg Heil”. Qui il 23enne diffondeva contenuti antisemiti, misogini e di matrice neonazista.
Era entrato in contatto con “The Base” e il suo leader Rinaldo Nazzaro che lo avrebbe indottrinato a fare proseliti in Italia, diffondendo i valori e gli obiettivi del gruppo terroristico. L’organizzazione è la traduzione inglese dell’espressione araba “Al-Qaida”.
Nella sua abitazione sono state ritrovate una carabina, una pistola a pallini e una balestra, tutte modificate per aumentarne la pericolosità, ma anche mazze da baseball e coltelli. Poi, con una stampante 3D, avrebbe pensato a fabbricarne altre. Il materiale sequestrato è risultato simile a quello utilizzato da Payton Gendron, il 18enne autore della strage di Buffalo di maggio scorso.
Per gli inquirenti entrambi «si sono ispirati agli stessi modelli». Sulle armi, inoltre, ritrovati i nomi dei suprematisti responsabili di attacchi terroristici: da Luca Traini, responsabile del ferimento di sei africani a Macerata nel 2018, a Anders Breivik, a cui sono riconducibili i 77 morti di Oslo e sull’isola di Utoya nel 2011 sino a Brenton Tarrant, autore degli attentati di Chirstchurch del 2019 con 50 persone uccise.
Pennelli «era pronto a passare all’azione». Secondo la ricostruzione degli inquirenti, «azioni di bonifica, sapientemente reiterate in brevi lassi temporali» gli permettevano di aggirare i controlli. Inoltre, in qualsiasi momento e in pochissimo tempo, sapeva come eliminare ogni traccia delle sue azioni.
Per la Dda, l’inchiesta ha permesso di fermare l’azione criminale del giovane. Il 23enne usava lo pseudonimo «Ropewaffen Division» e, nel canale riservato “Sieg Heil” di Telegram, postava contenuti antisemiti e di matrice nazista, con minacce a Liliana Segre e contro gli immigrati. In particolare, i migranti che sbarcano a Lampedusa.
(da La Stampa)
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