L’INUTILITA’ DELLE PAROLE
IL GENOCIDIO DEL POPOLO DI GAZA E LA VIGLIACCHERIA DELL’OCCIDENTE
La morte lenta della gente di Gaza, la fame e la sete dei bambini, il blocco dei soccorsi, non hanno più niente a che fare con una rappresaglia fuori controllo e forse neppure con una guerra. Siamo di fronte a un assedio brutale e implacabile, i cui artefici ammettono ormai esplicitamente che sarà tolto solo quando gli assediati saranno scacciati per sempre dalle loro case.
Siamo arrivati al paradosso, pochi giorni fa, dei vertici militari israeliani che hanno cercato di calmierare, almeno in parte, il furore dei ministri ultraortodossi assatanati. I soldati conoscono direttamente l’orrore del sangue e il peso della morte. Non possono permettersi la leggerezza oscena con la quale i capi politici mandano in guerra il loro popolo, a morire o a uccidere gli altri.
Se si ritiene giuridicamente sbagliata o politicamente inopportuna la parola genocidio, una possibile alternativa è: cancellazione. La cancellazione di Israele, così spesso invocata lungo i decenni da molti dei governi arabi circostanti, ha trovato la sua orrenda simmetria nella cancellazione effettiva, operativa, dei palestinesi di Gaza: che è in atto ora, in questi giorni, adesso
Spiegare la storia tutta intera è sempre importante, ma più importante sarebbe cercare di fermarla quando la storia impazzisce. Emergenza umanitaria vuol dire emergenza umanitaria. Vuol dire che muoiono i civili, le donne e i bambini, e non nella folgore feroce di un attentato o di un pogrom: in un macello lento, lucido e progressivo. Possibile che non si possa fare qualcosa per fermarlo, a parte le stucchevoli parole di condanna, come queste?
(da Repubblica)
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