L’IRA DELLA DE GIROLAMO, LETTA E L’OMBRA DI FARINETTI
LE DIMISSIONI DEL MINISTRO LASCEREBBERO SPAZIO AL PATRON DI EATALY, AMICO DI RENZI
Un nome, un’indiscrezione, quella di Oscar Farinetti, patron di Eataly candidato alla sua successione. E il silenzio di Letta.
Comunque, per dirla con le sue parole, una questione di “dignità personale”. Nunzia De Girolamo ha dato le dimissioni da ministro dell’Agricoltura, travolta dallo scandalo Asl.
A pesare sulla decisione, giura chi da giorni raccoglieva la sua amarezza nel non sentirsi confortata dal resto dell’esecutivo, è stato non solo il “silenzio assordante” del premier sul montare del Benevento-gate, ma anche quello del suo segretario, Alfano. Già , dopo le prime forti difese “a caldo”, il leader del Nuovo Centro Destra e vicepremier si è ben guardato di proseguire a far da scudo ad una “protetta” che nel corso dei giorni stava diventando sempre più ingombrante.
Ieri sera dunque qualcosa è scattato nella sua testa, quindi l’annuncio affidato a una nota: “Ho deciso di lasciare un ministero — si legge — perchè la mia dignità vale più di tutto questo ed è stata offesa da chi sa che non ho fatto nulla e avrebbe dovuto spiegare perchè era suo dovere prima morale e poi politico”.
Chi sapeva e non ha detto? Chi avrebbe dovuto difenderla e non l’ha fatto?
I dettagli in filigrana di questo testo non potranno che essere decriptati dalla magistratura nell’inchiesta in corso, ma dal punto di vista politico i volti di quelli che secondo la De Girolamo sarebbero i “colpevoli” di omertà sono rintracciabili anche nella faida del dominio del campo elettorale campano.
Una guerra tutta al femminile che ha visto attrici dietro le quinte dell’intera vicenda De Girolamo la sua ex collega di partito, Mara Carfagna, e la sua “alleata”, nonostante la posizione scomoda di compagna del leader di Forza Italia: Francesca Pascale.
Nei giorni più caldi dell’esplosione del caso De Girolamo, è stata proprio la Pascale a favorire la “difesa” della De Girolamo.
I tg Mediaset hanno trasmesso parte delle intercettazioni relative all’inchiesta che avrebbero messo sotto altra luce la sua posizione.
Dall’altra parte la Carfagna che, secondo la De Girolamo, avrebbe potuto ma non avrebbe mosso un dito per aiutarla.
In ultimo, il ruolo di un “vecchio ras beneventano”, quello di Clemente Mastella che la De Girolamo, anche via sms privato, ha accusato di essere, in qualche modo, parte in causa di tutti i suoi guai: “Sei una merda — ecco il testo dell’sms reso noto dal destinatario — ci vediamo in tribunale”.
Complotti, faide locali per il controllo elettorale nel beneventano. Ma, forse, come si diceva, non solo.
Perchè il gesto della De Girolamo, per alcuni suoi detrattori “comunque tardivo”, ha — in realtà — un unico, vero colpevole: Enrico Letta.
È lui che non l’ha difesa neppure quella mattina di solo una settimana fa circa quando ha dovuto spiegare, davanti ad un’aula della Camera semivuota le ragioni della sua “dignità ”.
E che giovedì scorso dalla Gruber parlando di lei e della Cancellieri aveva affermato “si può migliorare”. Il 4 febbraio, poi, era calendarizzata la mozione di sfiducia dell’M5s nei suoi confronti; perchè farsi votare contro anche dagli alleati, si è detta la De Girolamo?
Di qui la scelta, visto anche un sostanziale disinteresse di Algelino Alfano (che infatti ha lasciato l’aula dopo pochi minuti dall’inizio dell’intervento) su tutta la sua vicenda. Qualcuno, poi, nel giorno delle sue spiegazioni in Aula, ha scommesso che nella mente di Letta fosse già pronto proprio il nome di Farinetti per rimpiazzarla.
Di sicuro, il passo indietro di Nunzia risparmia a Letta uno sforzo quando si tratterà di mettere mano al rimpasto che potrebbe avvenire alla fine di questa settimana semprechè regga l’accordo con Berlusconi sul pacchetto di riforme.
Ma anche per l’Ncd, in fondo, è una “buona” notizia.
Dice, infatti, Maurizio Lupi: “La guadagneremo in ruoli di grande responsabilità del Nuovo Centrodestra”. Insomma, un problema in meno anche per Alfano.
Forse.
Sara Nicoli
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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