LITE EPIFANI-RENZI, NIENTE INTESA SUL CONGRESSO
RISCHIO CONTA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE… GIU’ IL TESSERAMENTO, IN MOLTE REGIONI MENO 50%
«Una conclusione unitaria sulle regole del congresso è nell’interesse di tutti, dobbiamo trovare questo accordo».
Epifani pesa le parole dopo l’incontro con Renzi. Ma l’accordo non c’è.
E nell’Assemblea nazionale del Pd del 20 settembre quella che dovrebbe decidere data e modi per l’elezione del nuovo segretario democratico si potrebbe andare alla conta.
Un’ora e mezza di colloquio tra il sindaco fiorentino e il leader non sono serviti a dissipare le nuvole che sia addensano sia sul congresso che sul governo.
«Abbiamo parlato di regole sì, e non solo…», dice Epifani a incontro appena terminato.
Quel “non solo” riguarda le ultime uscite del “rottamatore” su Letta.
Il segretario gli ha rimproverato gli attacchi al governo.
Ribadisce in tv, al Tg3: «Renzi mi ha confermato che non creerà problemi al governo in una fase così difficile per il paese. Del resto sarebbe un gravissimo errore mettere in difficoltà un esecutivo che sta affrontando le condizioni dei nostri cittadini, non possiamo chiedere al centrodestra un atto di responsabilità e non farlo innanzitutto noi…».
È l’altolà al sindaco.
Parla Epifani di un’intesa sulla data, che in realtà non c’è.
Oggi si riunisce il “comitatone” per il congresso per tentare un compromesso.
Renzi è disponibile alla fine dell’automatismo tra segretario del partito e premiership (come del resto fece Bersani per permettergli di sfidarlo alle primarie del 2012), ma non vuole allungamenti dei tempi.
Chiede restino le regole di sempre.
I congressi locali perciò vanno fatti dopo le primarie nazionali.
È l’opposto della proposta di Epifani. Ed è difficile che su questo il sindaco ceda, perchè ritiene sia uno dei tanti trabocchetti disseminati lungo la strada della sua candidatura.
Teme di diventare il segretario di un Pd che non controlla, che nei territori esprime altre maggioranze.
I Democratici del resto sono in acque agitatissime, con un crollo dei tesseramenti. In Toscana è stato registrato un meno 50%; non è la sola regione.
Epifani avrebbe insistito per un congresso con tempi più lunghi, che coinvolga i circoli, che apra un dibattito approfondito.
Però anche Gianni Cuperlo, lo sfidante di Renzi e candidato della sinistra, è per non prendere tempo.
D’Alema, che appoggia Cuperlo, attacca: «Renzi sicuramente anche sull’onda di un enorme trascinamento mediatico è il candidato che appare come il vincitore annunciato.
Ma a me non interessano i vincitori, mi interessano i principi … e le idee, le proposte di Cuperlo sono indubbiamente superiori ».
Mentre il “rottamatore”, aggiunge, si candida a segretario parlando d’altro, come se stesse facendo una campagna per governare il paese: «Non ci sono però elezioni, e al governo del paese c’è un membro del nostro partito». Insiste anche sulla divisione tra la leadership del partito e la premiership: «Una regola che non ha più senso».
I renziani a loro volta contrattaccano. «D’Alema ha questa idea, quasi fosse la separazione delle carriere dei giudici», ironizza Paolo Gentiloni.
Dario Nardella invita ad avere «calma e serenità : gli attacchi a Renzi, dopo la sua intervista a “Porta a porta” sono una polemica inesistente».
Giovanna Casadio
(da “La Repubblica”)
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