LO SCONFORTO DI ERRANI: “CON IL SECONDO TERREMOTO BISOGNA RIFARE TUTTO DA CAPO”
CONTROLLI SISMICI, LISTE D’ATTESA, PREFABBRICATI: LAVORO AZZERATO… DIFFICILE RISPETTARE LA SCADENZA DI 7 MESI
Il commissario straordinario al terremoto e alla ricostruzione, Vasco Errani, in questi giorni sembra una trottola. S
ale e scende da un pullmino nero con Fabrizio Curcio, il capo della Protezione civile. Prima e dopo ogni conciliabolo con i sindaci, fuma nervosamente una sigaretta da solo, davanti al portellone, e poi via.
Ma sembra che a ogni tappa gli si incurvino di più le spalle. Si va rendendo conto che l’emergenza sta montando a velocità esponenziale.
«A questo punto non è più un terremoto – si sfoga in un vicolo buio di Castelsantangelo sul Nera – ma sono due. Anzi, abbiamo a che fare con un secondo terremoto che s’è innestato sul primo».
Sembra filosofia, invece è un discorso terribilmente concreto. Gli hanno appena spiegato, infatti, che laddove occorrevano 11 casette temporanee, come appunto a Castelsantangelo, ce ne vorranno il triplo o il quadruplo. E così in tutti i 64 comuni del cratere senza considerare che ci sono centinaia di sfollati pure fuori dall’area più colpita. E se prima era già difficile accontentare tutti, ora occorre un miracolo.
Tutto da rifare
Un esempio: i controlli effettuati dai tecnici finora – erano state redatte faticosamente 24mila schede, con liste di attesa lunghissime – si buttano nel cestino e si ricomincia da zero. Ogni edificio visitato va riesaminato di nuovo.
Nel frattempo le richieste sono aumentate in maniera pazzesca. Per sistemare le casette, poi, che sono prefabbricate in legno o in acciaio, i Comuni terremotati devono individuare le aree da urbanizzare, le Regioni devono fare le gare per individuare le ditte e procedere ai lavori, la Protezione civile ci installa i prefabbricati…
Farcela nei fatidici sette mesi prima di mercoledì era una difficile gara contro il tempo. Ora è un impegno ciclopico (per non parlare dei costi). Dramma nel dramma, tanti abitanti dei Sibillini che in questi due mesi avevano trovato alloggio nella casa del vicino, e ricevevano dalla Protezione civile il «contributo di autonoma sistemazione», ora sono di nuovo senza un tetto.
E stavolta non c’è più nemmeno una casa da affittare nelle vicinanze. A Ussita, il sindaco con un’ordinanza ha dichiarato inagibili tutti gli edifici. L’intero centro di Castelsantangelo è zona rossa. Lo stesso dicasi per Visso.
Tempistiche da rivedere
Sul rispetto dei tempi, insomma, non scommette più nessuno. Possiamo già dirlo che si allungheranno i tempi, allora? Errani ha un sussulto.
«Noi – reagisce – i tempi li abbiamo parametrati su un terremoto. Se però i terremoti diventano due a distanza di sessanta giorni uno dall’altro, non è colpa di nessuno. Certo non è colpa del governo. Ma è evidente che i tempi tecnici non possono non risentirne».
Allontanare le persone
Con il freddo alle porte, l’urgenza è sistemare tutta questa gente in albergo e non in tenda. Per fortuna la costa è vicina e di camere libere ce ne sono a iosa. Ma la gente di qui deve essere convinta a spostarsi.
Ed è anche per questo che Errani sta facendo personalmente il giro dei centri terremotati, senza tralasciare anche quelli un po’ più distanti dall’epicentro. Lo sforzo, ora, con l’aiuto dei sindaci, è convincere i più riottosi a mollare.
Errani capisce che occorre usare parole flautate. «Tutte queste nuove terribili scosse – dice – producono, come è pienamente comprensibile, grande preoccupazione e paura tra la popolazione. Ma devono sapere tutti che noi garantiamo la piena ricostruzione, prime o seconde case che siano. Mi pare che sia una bella premessa, no?».
La paura aumenta
Sembra però che la seconda botta abbia fatto venire giù, prima ancora che i muri, le certezze. Errani sospira: «Guardi, purtroppo io sono diventato un esperto di terremoti doppi.
A Finale Emilia la seconda botta arrivò una settimana dopo la prima e ho sperimentato di persona l’effetto psicologico che produce sulle persone. So benissimo quanto sia profonda l’inquietudine. Tuttavia vado ripetendo alle comunità che l’unico modo per affrontare lo sciame sismico è darsi una grande spinta di reazione tutti assieme».
Intanto la sigaretta è finita, una stretta di mano e via verso un altro appuntamento, un altro sindaco che ha mille guai da illustrare.
Francesco Grignetti
(da “La Stampa”)
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