LO SCUDO FISCALE PER GLI EVASORI ALL’ESTERO E’ ANCORA NEL DECRETO LEGA-M5S, ALTRO CHE ELIMINATO
I COMMERCIALISTI DENUNCIANO ANCHE IL CONDONO SULLE LITI TRIBUTARIE: SCONTI DELL’ 80%
Nel decreto c’è ancora lo scudo fiscale per gli evasori all’estero che sarebbe dovuto sparire.
Racconta oggi Luciano Cerasa sul Fatto:
Nell’articolo 9 e nella relazione illustrativa che lo accompagna, depositati in Commissione al Senato, si continua a sancire esplicitamente il divieto di esperire la procedura della dichiarazione integrativa per ottenere la definizione agevolata ai contribuenti “per l’emersione di attività finanziarie e patrimoniali costituite o detenute fuori dal territorio dello Stato”.
Il diavolo però fa le pentole ma non i coperchi.
All’articolo 1, dove si prevede il condono di sanzioni e interessi per tutti i destinatari di un semplice processo verbale di constatazione rispunta effettivamente lo scudo sull’estero. Si possono regolarizzare le violazioni anche in materia di “imposta sul valore degli immobili all’estero e imposta sul valore delle attività finanziarie all’estero”.
Nella relazione tecnica al decreto risultano contestate tra il 2013 e il 2018 una maggiore imposta Iva per 8 miliardi, un ‘imponibile di imposte dirette per 30 miliardi e un miliardo di ritenute. In genere, sottolinea il ministero dell’Economia, con gli accertamenti ordinari si riesce a ottenere la riscossione solo del 3,5% con un’adesione del 4% che determina un incasso di 600 milioni.
Ma secondo Eutekne.info , un quotidiano digitale dedicato ai commercialisti, il vero condono è quello sulle liti tributarie: prevede sconti dell’80% a chi ha vinto in secondo grado di giudizio nonostante l’Agenzia delle Entrate prevalga nel 68,2% dei ricorsi in Cassazione.
(da “NextQuotidiano”)
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