LO SFOGO DI UNA GUIDA TURISTICA: “IL LAGO DI COMO STA PERDENDO L’ANIMA PER COLPA DEGLI INFLUENCER, ARRIVA UNA MASSA DI IGNORANTI”
“MOLTI TURISTI STRANIERI ARRIVATI SUL LAGO MI CHIEDONO DOV’E’ IL “LAKE COMO” CHE HANNO VISTO SU INSTAGRAM, SENZA RENDERSI CONTO CHE CE L’HANNO DAVANTI AGLI OCCHI”
Il lago di Como torna a far parlare di sé e di quei turisti che arrivano al grazie alla geolocalizzazione e ai tag su Instagram e TikTok soltanto per farsi un selfie al chiosco di villa Melzi o davanti al ficus di villa Balbianello.
Un turismo di massa, mordi e fuggi, poco interessato alla storia e al patrimonio culturale di Como. “Gli influencer hanno portato a questo ‘turismo da social media’. Ma è anche vero che fanno il loro lavoro, il problema è la gente che li segue”, spiega Brian Subinaghi, guida turistica dal 2009 che ha pubblicato un post di polemica su Facebook denunciando un situazione sempre più allo sbaraglio.
“La fila per un selfie o una foto al chiosco moresco di Villa Melzi: siamo arrivati a questo. Si sta snaturando il Lago di Como con il turismo da social media, in cui conta solo l'”io” e tutto diventa un grande set fotografico. Rivoglio i gruppi culturali, rivoglio le spiegazioni a gente interessata. Togliete l’assurda ordinanza della Tremezzina, fermate il groupage, fermate l’ignoranza. Ve ne prego”.
Nei giorni scorsi gli influencer sono stati accusati di essere responsabili di questo fenomeno. A partire da Chiara Ferragni e Fedez, che hanno appena comprato casa sul lago.
Subinaghi racconta di imbattersi sempre più spesso in turisti delusi quando arrivano sul lago perché indirizzati dall’hashtag #lakecomo: “Arrivati sul lago mi chiedono dov’è il ‘lake Como’ che hanno visto su Instagram, senza rendersi conto che ce l’hanno davanti agli occhi – continua – Purtroppo a causa dei social i luoghi perdono valore, vengono visti come set fotografici e non per la storia, l’arte e la cultura che hanno dietro”.
Dalla sua esperienza, Subinaghi afferma che si tratta soprattutto di stranieri, in particolare nuovi turisti che arrivano da Oriente come arabi, pachistani e indiani. “Ognuno è libero di visitare i posti che vuole, il mio è uno sfogo pieno di tristezza e amarezza per questa situazione: mi deprime dover aspettare per fare le spiegazioni su un luogo perché c’è una coda di gente in fila per un selfie”.
Da un lato l’afflusso di turisti sul lago è un segnale positivo per il turismo, ma dall’altro l’assalto in massa – a lungo andare – potrebbe penalizzare la reputazione di Como e delle sue bellezze. “Purtroppo il lago di Como è diventato una destinazione che va di moda, quest’anno c’è stato il boom in assoluto di turisti”, racconta Subinaghi, che nei suoi tour guidati registra in estate il 99 per cento di stranieri.
Una soluzione per far fronte a questo fenomeno del ‘turismo da social media’ è difficile da trovare. A giudizio di Subinaghi un modo potrebbe essere quello di contingentare gli ingressi in alcuni luoghi presi d’assalto, come è stato fatto per villa Balbianello. “Mettere un tetto massimo di visitatori al giorno potrebbe ridimensionare la situazione, anche perché ci sono altri problemi da considerare come quelli dei trasporti del lago, traghetti e gli aliscafi, che non hanno la capacità di soddisfare la richiesta di questo fenomeno di massa”, conclude Subinaghi.
(da agenzie)
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