LO STATO DEVE 70 MILIARDI DI EURO ALLE AZIENDE PRIVATE
A TALE CIFRA AMMONTANO I DEBITI CHE LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE HA NEL SUO COMPLESSO VERSO LE IMPRESE ITALIANE.…. LO STATO INCASSA SPESSO IN ANTICIPO, MA E’ UN PESSIMO PAGATORE.…. IN ATTESA DEL DOVUTO, IL PRIVATO PAGA INTERESSI PASSIVI ALLE BANCHE…. LA RIFORMA DOVREBBE INIZIARE DAL VERO, PRIMO FANULLONE: LO STATO
Ci sono tante piccole e medie aziende in Italia che stanno facendo i conti con la crisi economica mondiale, molte costrette a non confermare precari, altre a chiedere la cassa integrazione, altre ancora a licenziare o chiudere, la maggioranza a far fronte ai problemi di liquidità e di investimenti bussando alla porta degli sportelli bancari per sentirsi negare il più delle volte un fido o per essere costrette ad accettare condizioni capestro, con elevati interessi passivi.
Molte di queste aziende lavorano, direttamente o indirettamente, anche con lo Stato e con le Pubbliche Amministrazioni, dai Ministeri centrali ai decentrati Enti locali sparsi per la penisola.
Ora fate mente locale e immaginate un cumulo di denaro, pensate a cosa siano 70 miliardi di euro, 140.000 miliardi delle vecchie lire.
Quasi venti volte la tanto declamata manovra anti crisi predisposta dal Governo, quasi 10 manovre finanziarie per stabilizzare i bilanci, quasi 15 volte quello che ci è costato regalare Alitalia a Cai e ad Air France, quasi 50 volte quello che ci costerà la cassa integrazione per le aziende italiane dei settori in crisi.
Pensate se improvvisamente, domani, le imprese italiane ricevessero, tutti insieme, questi soldi. Cosa accadrebbe è difficile dirlo, ma certamente per molte rappresenterebbe una bella boccata di ossigeno, la cappa di sfiducia e di pessimismo ( quella che Berlusconi non vuole che esista) che grava sull’economia del nostro Paese verrebbe alleviata da questa iniezione di improvvisa liquidità . Eppure ci sono 70 miliardi di euro pronti a entrare nelle casse delle imprese private, senza alcun problema di bilancio per nessuno: sono i debiti che la Pubblica Amministrazione ha, nel suo complesso, verso le imprese italiane.
Una montagna di denaro già scontata nei bilanci pubblici, che ha già fatto tutti i danni che poteva fare ai conti dello Stato, che è già imputata al passivo, che già fa parte dei famosi rapporti deficit/Pil e debito/Pil che l’Unione Europea ci impone di rispettare.
Lo Stato che chiede ad aziende e privati di pagare molte, troppe tasse, e spesso le chiede pure in anticipo sulla base di calcoli presunti, è vittima della propria paralisi burocratica – finanziaria: non riesce a star dietro alle sue scadenze di pagamento, ben al di là dei propri problemi di bilancio, ma proprio per problemi di cassa, come una qualsiasi azienda male amministrata.
I soldi si perdono in mille rivoli e quando un cliente sollecita una fattura, magari dopo mesi di attesa, si sente rispondere “non abbiamo liquidità , porti pazienza”.
Nel frattempo che lo Stato ha magari finanziato consulenze, opere inutili, aziende decotte, carrozzoni burocratici, mangiatoie politiche, tappato i buchi di aziende sanitarie in balia degli sperperi, rifinanziato i buchi di bilancio di comuni in mano alla malavita politica, che ha dovuto fare l’azienda creditrice?
Bussare con la mano tesa a un istituto bancario e chiedere magari un prestito e pagare interessi passivi. In attesa dei soldi veri della “zecca” statale ( intesa come sanguisuga, non come conio).
Se lo Stato è creditore vi pignora anche il vecchio televisore in bianco e nero che tenete in cantina, se invece è debitore… sono cazzi vostri.
Questo il fulgido esempio che viene dall’alto in Italia, questa la morale che i sudditi devono accettare.
E anche le misure promesse dal Governo di rilasciare un certificato di “esigibilità ” del credito vantato entro 20 giorni dalla richiesta del fornitore non è la soluzione.
Se voi aveste bisogno per mangiare che un tizio a cui avete fatto dei lavori edili in casa vi pagasse il dovuto, vi accontentereste che vi desse, invece dei quattrini pattuiti, un pezzo di carta dove scrivesse ” Sì è vero, ti devo dei soldi”? Vai a fare la spesa con il pezzo di carta poi?
Certo puoi andare in banca e sperare che si commuovano e ti anticipino qualcosa, ma gli interessi che l’istituto di credito ti chiede chi li paga? Risposta esatta: voi.
Per questo vorremmo che se proprio Brunetta desidera scovare giustamente i fannulloni nell’Amministrazione pubblica iniziasse con il dare l’esempio…faccia pagare i debiti.
Dimostri per primo lo Stato di essere credibile, il resto verrà di conseguenza. Altrimenti si va avanti solo a chiacchiere e di strada se ne fa ben poca.
Leave a Reply