LOLLOBRIGIDA PUÒ STARE SEREN0, LA SICCITÀ STA CREANDO PROBLEMI SOLO IN SICILIA E AL SUD: NELL’ISOLA GLI ALLEVATORI DEVONO CHIAMARE LE AUTOBOTTI PER NON VEDERE MORIRE IL BESTIAME E SI È ARRIVATI AD ABBATTERE GLI ANIMALI PERCHÉ NON SI SA COME DISSETARLI
LE DIGHE SONO A SECCO, LE CONDOTTE UN COLABRODO DA ANNI E L’ACQUA METTE A RISCHIO ANCHE LA DIALISI PER 4MILA SICILIANI
«Per la prima volta ho dovuto far arrivare le autobotti per non vedere morire il bestiame». Luca Cammarata è l’allevatore della foto simbolo di quest’inizio estate in Sicilia: il gregge che si abbevera a una pozza di fango. Le autobotti erano già entrate nel panorama urbano del Sud Italia, ora popolano anche quello rurale. Una prima volta per una stagione disastrosa.
In alcune zone della Sicilia non piove praticamente da un anno. «È successo anche di dovere abbattere i capi di animali per l’impossibilità di poterli dissetare», conferma il presidente di Anbi (l’Associazione dei consorzi di bonifica) Francesco Vincenzi.
Anche nei campi della Baronia, in Sardegna, dopo aver perso i raccolti ci si affida alle autobotti della Protezione civile per non veder morire pure il bestiame.
Anbi stima «perdite del 50-70% nelle produzione di cereali, con punte del 90% in Basilicata e del 50% per ortaggi e frutta». Secondo Coldiretti «la resa del grano è calata del 70%, mentre la Puglia rischia di dimezzare il raccolto di olive». Per la Sicilia addirittura si potrebbe azzerare la produzione di miele.
A completare il quadro, lo stato degli invasi. Dimezzati i bacini siciliani con casi estremi come il lago di Pozzillo (Enna) quasi prosciugato. Dimezzati anche in tante zone di Calabria e Puglia. Il resto lo fanno le condotte colabrodo: in Sicilia si perde 51,6% dell’acqua, quasi il 30% in Calabria.
Ma sono le autobotti il vero simbolo della resa alla siccità.
Non se ne può fare a meno a Caltanissetta e Agrigento, prossima capitale della cultura. Qualche turista scappa, mentre i residenti sono arrabbiati e rassegnati. I prezzi vanno alle stelle (anche 100 euro a carico) e l’acqua spesso è inquinata. Tanto che il prefetto di Agrigento è stato costretto a «istituzionalizzare l’emergenza». «La distribuzione di acqua tramite autobotti gestite da privati — ha deciso Filippo Romano — dovrà avvenire sotto il controllo dell’ente gestore, unico titolato a garantirne origine e salubrità».
(da agenzie)
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